Replica a ‘L’immagine è tutto...’
In riferimento all’articolo di Beppe Donadio (laRegione 18.3.2020). Egregio signor Donadio, la sua valutazione da esperto in cultura musicale artistica dà un taglio un po' ironico a quanto cerca di argomentare senza avere le conoscenze adeguate. Prende in prestito la visione scientifica (statistica, materialistica e deterministica) medica infettivologica associandola al dramma di uomini e donne che si adoperano ad aiutare, e a persone che, purtroppo, muoiono a causa delle loro limitate risorse psicofisiche alla flogosi infiammatoria generata dal virus. Questo atteggiamento giornalistico sensazionalista, forte della tutela scientifica, politica, e a difesa dell’ipotetica corretta visione autoritaria dominante è un atteggiamento lesivo della cultura e delle scienze naturali, e può urtare la sensibilità di molte persone. Ma si può andare veramente oltre. Io, assieme a diversi miei colleghi internazionali già affermati, lo sappiamo fare. Soprattutto chi conosce gli aspetti psico-somatici, lo studio delle neuroscienze e della realtà mente corpo, che oggi chiamiamo Pnei (Psico Neuro Endrocrino Immunologia). Potrei citarle innumerevoli studi scientifici che attestano le correlazioni tra emotività e sistema immunitario. Da dieci anni sono stati pubblicati innumerevoli studi: ma non mi permetto di darle alcuna lezione, in quanto probabilmente si sarà già adeguatamente formato e valutato anche in questo ambito... Probabilmente anche negli aspetti biofisici, e nello studio della mente profonda inconscia... Quindi potrei chiedere perché scrive un articolo simile? Si sente libero di scrivere questo testo superficiale per quale motivo costruttivo? Posso argomentare scrivendo per ore, ma non ne ho il tempo... perché mi devo occupare dei miei pazienti al lavoro... Certo, non come un infermiere o medico in cure intensive..., di cui c'è oggi un estremo bisogno, ma anche i medici di famiglia possono avere un ruolo estremamente importante da non sottovalutare. Anche io cerco di aiutare le persone prevenendo situazioni di panico personale, portando tranquillità e consapevolezze migliori, guarendo chi è malato con la mia autorevolezza, con la relazione e la fiducia, e tanto altro... Ad oggi nessuno dei miei pazienti che ho visto nell’arco dell’ultimo mese ha avuto decorsi gravi. E va bene così. Per scienza e coscienza so di fare la cosa giusta. Forse anche lei crede di farla con il suo “commento” intellettuale e culturale… Sì forse, ma anche no... Gent.mo dott. Ostinelli, prima di occuparmi di musica, che è una parte di ciò di cui scrivo, ho trascorso molto tempo in cronaca. Per il commento che lei in pieno diritto contesta mi sono permesso di partire da un suo post apparso il 13 febbraio sul suo profilo Facebook in cui condivideva l’articolo “Coronavirus, allarmismi ingiustificati”. Commentando il link, lei scriveva “Non date ascolto ai giornalisti e da (sic) medici al soldo di industrie con interessi commerciali!”. Il 23 febbraio invitava “a ridere della paura”. Il piccolo mio ‘elogio’ della paura, quella che ci deve responsabilizzare, nasce da quelle parole e con il pensiero ai miei genitori di 74 e 76 anni che a Brescia sono barricati in casa da quindici giorni, come tanti italiani a pochi chilometri da noi; i decessi moltiplicatisi in Ticino e la supplica del dott. Llamas a Falò, diretta a tutti coloro che nel giorno di San Giuseppe si sono fatti una grigliata all’aperto, mi fanno pensare che l’allarmismo non fosse poi così ingiustificato. Quanto al tono ironico, che uso indifferentemente verso tutti coloro dei quali scrivo e in primis verso me stesso, è ancor più oggi il mio personale modo di alleviare la tensione di chi in questi giorni ci legge, senza alcuna pretesa medica. Cordialmente, Beppe Donadio