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Aiuti: come faccio coi costi fissi?

- di Luca Maghetti, avvocato

Caro Consiglio federale, mi permetto di scriverti sottoponen­doti il mio punto di vista di piccolo studio legale ticinese. Ho cinque collaborat­ori, due praticanti, una segretaria, un avvocato a tempo parziale e mia moglie che fa la contabilit­à. Abbiamo preso atto, in questo periodo di inattività forzata e di crollo delle entrate di lavoro e dei pagamenti delle nostre fatture, dei 42 miliardi messi a disposizio­ne dell’economia per farla ripartire dopo l’emergenza Covid-19. Io non riesco a collocarmi in questo sistema di aiuti. Per i collaborat­ori riceverò l’80% del salario e qui siamo a posto. Per quanto riguarda il mio reddito riceverò 4’300 franchi come Ipg e qui nascono grossi problemi ritenuto come il mio fabbisogno mensile, pur volendolo ridurre all’osso, è circa il doppio. Ma vi è un capitolo del tutto non coperto dagli aiuti, che sono comunque benvenuti, e cioè i costi fissi. Uno studio legale come il mio ha almeno ca. 8/9’000 franchi di costi fissi mensili. Quale misura principe, invero l’unica, avete previsto dei crediti senza interessi. Orbene mi arrovello da giorni sulla bontà di questa offerta per quanto riguarda la mia piccola azienda. Visto che sono un indipenden­te e quindi non ho una separazion­e tra capitale aziendale e personale non riesco a trovare validi motivi per indebitarm­i con voi, o meglio con le banche. In altre parole non riesco a trovare dove stia il vostro aiuto, ripeto, pensando alla mia piccola realtà ma che, sono certo, è comune a tante altre piccole aziende dove il titolare garantisce con il patrimonio personale molti impegni societari.

Di solito quando si parla di aiuto si pensa ad un importo a fondo perso. Gli anni che verranno non saranno facili. Ci sarà probabilme­nte una recessione. E quindi molto poco volentieri mi indebitere­i.

Preferisco a questo punto usare i miei risparmi, perdere del mio denaro risparmiat­o con fatica e che doveva servirmi da cassa pensione per la terza età, piuttosto che aumentare i debiti. Proprio non riesco a capire: sono convinto che non avete pensato a piccole aziende. Avrete fatto qualche dotta pensata da economisti che però non riesco a riconcilia­re con la mia visione di piccola contabilit­à di provincia. Vi chiedo quindi di adottare quanto prima dei correttivi perché in questo momento solo aiuti a fondo perso saranno in grado di mantenere la fiducia dei soggetti necessaria al buon funzioname­nto dell’economia. Vi saluto molto cordialmen­te e grazie per il vostro grande impegno in questi mesi difficili.

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