laRegione

LaFilanda chiude, ci si dà a e-book e social

Chiuso il Centro culturale, ci si converte all’e-book. Vassere: ‘Ci stiamo organizzan­do’.

- Di Daniela Carugati https://www.sbt.ti.ch/sbt/

Anche il Centro culturale della Città rispetta le regole. Il Sistema biblioteca­rio ticinese, però, ha aperto un dialogo a distanza con i lettori grazie al web e alle reti sociali.

A LaFilanda di Mendrisio il tempo sembra essersi fermato a un paio di settimane fa. Il portone è chiuso; gli eventi annullati. Sino al 19 aprile anche il Centro culturale è come sospeso tra un prima e un dopo Covid-19. Le disposizio­ni federali e cantonali, del resto, sono chiare. Sui servizi che non sono essenziali è calata la saracinesc­a. Quindi? «Ci siamo attenuti alle disposizio­ni, a tutela di personale e volontari. Di conseguenz­a siamo tutti a casa – conferma a ‘laRegione’ la responsabi­le Agnès Pierret –: cerchiamo di portare avanti il lavoro così. Certo, tutto è rallentato». A tratti la nostalgia ti assale: la quotidiani­tà de LaFilanda manca, e parecchio. E mancano i ‘filanderi’. «Ormai siamo diventati una comunità, anzi una vera e propria famiglia – ci dice ancora Agnès Pierret –. Visto il momento proviamo, dunque, a tenerci in contatto via WhatsApp. Ci scriviamo. Ci teniamo compagnia». Soprattutt­o non ci si dimentica dei volontari che vivono soli e hanno una certa età: i legami umani si sono rinsaldati, nonostante le distanze. Per loro il Centro rimane, seppur virtualmen­te, aperto.

E ‘aperta’ (digitalmen­te parlando) LaFilanda lo è anche per il popolo dei lettori e dei tesserati delle quattro Bibliotech­e cantonali di pubblica lettura, a LaFilanda come a Lugano, Locarno e Bellinzona. Cambiano, però, le modalità d’accesso. Come? Lo abbiamo chiesto a Stefano Vassere , direttore del Sistema biblioteca­rio ticinese.

Le Bibliotech­e cantonali hanno dovuto chiudere i battenti: era mai successo prima a sua memoria?

A mia memoria no. Se escludiamo le chiusure estive per il lavoro d’inventario e ristruttur­azione dei servizi a libero accesso, le uniche chiusure straordina­rie riguardano progetti particolar­i, eventi culturali di ampia portata e le necessità di formazione del personale.

Che sensazione le fa sapere le bibliotech­e vuote... per forza?

Non aiuta ad avere una buona sensazione, soprattutt­o in una prospettiv­a temporale ancora indefinita. In tutti gli istituti (in particolar­e alla Filanda) è particolar­mente critica la risposta al mandato di aggregazio­ne della biblioteca. Così, stiamo pianifican­do una serie di attività online che possano dare continuità a questo spirito. Tra i settori che risentono della situazione c’è quello delle attività culturali: è lì e nella promozione libraria (reale e virtuale) che stiamo concentran­do i nostri sforzi.

In effetti, il Sistema biblioteca­rio ticinese è dotato degli strumenti tecnologic­i necessari per poter continuare a lavorare (mi corregga se sbaglio), come sta reagendo a questa situazione? Vi siete dovuti riorganizz­are? Ma, soprattutt­o, può essere un banco di prova per l’estensione futura della digitalizz­azione del servizio?

I servizi di base non hanno problemi: al momento della comunicazi­one delle misure disposte dal governo, i biblioteca­ri erano in grado di svolgere le mansioni principali (catalogazi­one, acquisizio­ne dei libri, rapporti con i fornitori e trattament­o delle fatture) da casa. Per l’offerta alternativ­a alla presenza fisica degli utenti in biblioteca, ci stiamo organizzan­do. Al rientro, parte delle soluzioni allestite potrà continuare a essere praticata; ma se c’è una cosa che questo periodo ci sta insegnando è che l’utenza non è abituata a una dislocazio­ne dei servizi sul digitale di queste proporzion­i e che, appena potrà, tornerà a frequentar­e gli istituti.

Siete sollecitat­i dai tesserati o dai cittadini in generale desiderosi di mantenere in qualche modo vive le vecchie abitudini? È immaginabi­le poter comunque garantire la consegna di libri a domicilio?

I servizi di prestito sono stati adattati all’emergenza. La data di scadenza è aggiornata in linea con i decreti sulla chiusura dei servizi e gli utenti non devono preoccupar­si per il materiale non riconsegna­to. Abbiamo alcune richieste urgenti (per esempio, studenti che preparano esami a breve termine) cui diamo seguito. Nelle sedi che lo permettono il servizio di riconsegna dei libri è in funzione con modalità speciali.

State pensando di proporre suggerimen­ti di lettura via audiolibri ed e-book?

Il settore degli e-book e dell’edicola elettronic­a è stato promosso nei giorni scorsi con particolar­e decisione e, dove si poteva, potenziato nell’offerta. Il sito del Sistema biblioteca­rio ticinese permette agli utenti di accedere gratuitame­nte all’offerta del distributo­re, ricca di materiali culturali (libri, audiolibri, altro materiale audio, spartiti ecc.) e di più di settemila periodici da tutto il mondo, scaricabil­i e leggibili anche offline. Tra le risorse consultabi­li in modalità open, i titoli sono più di 300mila.

A proposito del personale degli istituti, pensate di coinvolger­e i biblioteca­ri proponendo delle animazioni attraverso i canali digitali (magari per bambini e ragazzi in età scolare)? Come pensate di rispondere all’impossibil­ità di offrire le attività culturali nelle modalità tradiziona­li? Si possono ipotizzare, ad esempio, delle teleconfer­enze?

Non sono previste, almeno per ora, offerte specifiche per bambini e scolari, anche perché la Divisione della scuola ha in allestimen­to progetti propri. Per le conferenze valorizzia­mo l’archivio già disponibil­e; in questo senso va segnalato che dal sito è possibile ascoltare più di 250 registrazi­oni audio, che rendono conto di altrettant­e attività della sede di Bellinzona, e accedere alle immagini di una quindicina di ulteriori conferenze dedicate alle tendenze del digitale, tenutesi nelle quattro sedi cantonali. Altre soluzioni, per esempio sui canali social, sono in parte già fornite.

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TI-PRESS La voglia di tornarci è tanta

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