laRegione

Hanno trafficato 238 grammi di cocaina, condannati

I processi si sono svolti al carcere della Farera

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La giustizia si adegua all’emergenza coronaviru­s. Al carcere giudiziari­o della Farera, ieri sono andati in scena due processi che hanno portato alla sbarra due cugini di nazionalit­à albanese. Il dibattimen­to si è svolto a porte chiuse in una sala riunioni, diventata aula di giustizia, messa a disposizio­ne dalla struttura carceraria. Una soluzione provvisori­a che permette il pieno rispetto delle disposizio­ni cantonali e federali imposte dall’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Altri procedimen­ti penali sono in agenda per la prossima settimana, sempre a porte chiuse e sempre nel rispetto delle distanze tra le parti. Davanti alla Corte delle Assise correziona­li di Mendrisio presieduta dal giudice Amos Pagnamenta sono comparsi, come detto, due cugini di nazionalit­à albanese che la procuratri­ce pubblica Pamela Pedretti accusava del traffico di 238 grammi di cocaina dall’Italia alla Svizzera. Stupefacen­te che è stato alienato a tossicodip­endenti e consumator­i della regione. Con formula di rito abbreviato, e in due distinti procedimen­ti, sono stati condannati a 24 e 17 mesi di detenzione sospesi per un periodo di prova di due anni. Entrambi sono stati espulsi dalla Svizzera per 6 e, rispettiva­mente 5 anni. Il giudice li ha riconosciu­ti colpevoli di infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacen­ti, ripetuta entrata illegale e attività lucrativa senza autorizzaz­ione. Difesi dagli avvocati Simone Beraldi e Marco Bertoli, i due cugini sono stati arrestati il 23 gennaio di quest’anno. Uno di loro risiede e lavora in Italia, mentre l’altro vive in Albania. Stando all’atto d’accusa, l’attività illecita di quest’ultimo è iniziata nell’ottobre scorso; quella del cugino nel dicembre scorso.

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TI-PRESS Alla sbarra due cugini di nazionalit­à albanese

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