Covid-19… e la nostra identità?
Il Covid-19 sta inesorabilmente mettendo a nudo le contraddizioni della nostra società. In primis sta mostrando quanto sia difficile oggi mettere in atto la propria libertà d’opinione e d’informazione (Art. 16 della Costituzione federale della Confederazione Svizzera). Mette inoltre in dubbio la capacità di responsabilità individuale e sociale (Art. 6 della Costituzione federale della Confederazione Svizzera). Fa pure emergere la difficoltà delle persone ad essere consapevoli e di conseguenza ad applicare il diritto di scegliere liberamente la propria religione e le proprie convinzioni filosofiche e di professarle individualmente o in comunità (Art. 15.2 della Costituzione federale della Confederazione Svizzera). Il Covid-19 mostra inesorabilmente come non ci prendiamo più il tempo di vivere la nostra spiritualità. Spiritualità intesa in senso lato, più personale, meno dogmatico, più aperto alla sperimentazione e basato sull’esperienza personale. Evidenze scientifiche stanno mostrando come la mortalità globale per l’attuale coronavirus, che spesso è asintomatico, si attesta attorno all’1-2%. Si evidenzia pure come il suo impatto non stia per nulla modificando il tasso di mortalità medio per categorie di età. Asserire oggi che l’aggressività del virus è bassissima si scontra però con la realtà personale percepita da chi è confrontato direttamente con la malattia e pure con la divulgazione generale al grande pubblico. In una società dove è andata persa la capacità di responsabilità individuale e sociale, di mancanza di consapevolezza, di mancanza di spiritualità, invece di appoggiarsi a dati oggettivi è molto più facile ed incisivo adottare la strategia della paura. E la strategia della paura rappresenta lo specchio della nostra realtà. Solo così siamo in grado di mobilitare i popoli. Solo così riusciamo a fare rispettare le regole. Il Covid-19 sta inesorabilmente facendo emergere la superficialità della nostra società. Gli Articoli 6, 15.2 della nostra Costituzione sono e rimangono scritti sulla carta. Senza la strategia della paura non abbiamo la capacità di essere responsabili perché forse non siamo più consapevoli di chi siamo, delle nostre convinzioni ideologiche, del ruolo individuale e sociale che dovremmo avere. Sì, forse il coronavirus si sta diffondendo in modo più veloce di un’influenza stagionale e ho molta comprensione e rispetto per chi ne è confrontato direttamente. Questo non deve però essere il pretesto per interrompere il dibattito socio-politico che deve essere costruttivo e di confronto, soprattutto se basato su argomenti scientifici e dati verificati. Oggi più che mai la libertà di espressione va garantita in modo equo a tutte le parti. Chi crede che esprimere un’altra opinione voglia dire non rispettare le regole, non capisce il significato di responsabilità individuale e sociale, non capisce l’importanza di poter scegliere liberamente la propria convinzione filosofica e ostacola il diritto di libertà di opinione.