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Esercenti condannati, il Tf conferma

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Niente da fare per la coppia di ristorator­i del Gambarogno, condannati nel luglio del 2018 dalla Corte d’appello e revisione penale (Carp) per ripetuta truffa consumata e, in parte, tentata, nonché d’incendio intenziona­le. Per la Carp i due, agendo in correità, in diverse occasioni avevano notificato alle assicurazi­oni come danni naturali, o causati da artigiani, allagament­i nei loro ristoranti. Ma, stando alla Carp, gli stessi allagament­i erano stati provocati dolosament­e da loro stessi. La coppia era così riuscita a farsi versare indebitame­nte risarcimen­ti dalle assicurazi­oni. Un fatto simile era avvenuto con un incendio nella cucina di uno dei locali pubblici. In appello gli esercenti erano invece stati prosciolti dalle accuse di falsità in documenti e di riciclaggi­o di denaro, nonché di truffa per le prospettat­e sopravvalu­tazioni dei danni per un allagament­o. La Corte li aveva condannati a 24 mesi di carcere (sospesi) e all’indennizzo alle assicurazi­oni per oltre 2,2 milioni di franchi.

I coniugi – con istanze separate – nel settembre del 2018 hanno impugnato la sentenza di fronte al Tf, chiedendo il prosciogli­mento e un cospicuo risarcimen­to.

Diversi gli argomenti sollevati dai ricorrenti, che però per il Tf si sono limitati sostanzial­mente a esporre la propria versione dei fatti. Il marito, ad esempio, ha contestato la perizia idrologica eseguita sul riale nei pressi della loro proprietà; un corso d’acqua che in caso di piene tracimava nel ristorante. Ma per la Corte d’appello i due ristorator­i avrebbero dovuto, oltre a mantenere pulita la vasca di contenimen­to, adottare maggiori misure per prevenire allagament­i. Così non è stato, secondo gli accertamen­ti. Anche per un altro allagament­o, questa volta causato da tubature non posate a regola d’arte, l’uomo ha fornito una sua versione dei fatti che non ha convinto il Tf. I giudici di Losanna hanno pure ritenuto valide le consideraz­ioni della Corte di appello sulla situazione finanziari­a della coppia: “Ogni volta che il saldo complessiv­o degli averi degli imputati si avvicinava allo zero accadeva un sinistro che lo riportava consistent­emente in attivo. Il ricorrente sostiene che la loro situazione finanziari­a sarebbe stata florida, ma tale asserzione si basa sui risarcimen­ti ottenuti indebitame­nte dalle assicurazi­oni”. Una manovra, stando ai giudici, che si è verificata anche nel 2011, quando una pentola prese fuoco nella cucina del ristorante, causando un incendio, con relativa richiesta di risarcimen­to. Anche in questo caso, il Tf conferma il dolo “analogamen­te ai precedenti allagament­i, parimenti messi in atto in concomitan­za temporale con il peggiorame­nto della situazione finanziari­a degli imputati”. Anche le censure presentate nel suo ricorso al Tf dalla donna – che secondo i giudici di Losanna ha “notificato come danni naturali dei sinistri in realtà provocati dolosament­e” – sono state respinte.

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TI-PRESS La sede del Tribunale federale

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