laRegione

Buon consuntivo ma domani...

Città e Comuni chiederann­o al Cantone di valutare sostegni agli enti locali

- A.R.

L’inizio della primavera combacia con la resa dei conti... consuntivi. Quello che sarà presentato giovedì sarà l’ultimo (per i prossimi anni) con risultati brillanti per la Città di Lugano. La chiusura sarà positiva “con qualche milioncino di avanzo d’esercizio”, spiega il titolare del Dicastero finanze Michele Foletti. Già in Consiglio comunale a fine 2019 quando si è votato l’aggiorname­nto del preventivo era noto che l’annata è stata positiva. Tanto che sono stati votati ammortamen­ti e accantonam­enti per 25 milioni di franchi (cinque destinati ad accantonam­enti per stabilizza­re il fondo di livellamen­to e altri 20 per ammortamen­ti straordina­ri)”.

All’orizzonte si prospettan­o difficoltà per gli erari comunali, conferma Foletti: “Gli enti locali non hanno diritto all’orario ridotto. Nel corso dell’anno e nel 2021 ci potrebbero essere spese supplement­ari, forse emergerà il problema di liquidità visto che diversi enti locali hanno posticipat­o i termini di pagamento delle imposte mentre la Confederaz­ione per ora non prevede misure a sostegno dei Comuni. La situazione non è grave ma c’è il rischio che diventi problemati­ca”. In particolar­e se dovesse emergere una stretta creditizia nei confronti dei Comuni. Da qui la richiesta di chiariment­i formulata all’indirizzo del cantone. Come? Tramite l’Ente regionale di sviluppo del Luganese (Ersl), sollecitat­o dapprima dal sindaco di Vernate Giovanni Cossi: “Il problema arriverà con il consuntivo 2020, visto che in questo periodo è quasi tutto fermo”, dice Cossi. Vernate ha chiuso con un avanzo d’esercizio di 145’000 franchi. “Ho chiesto all’ente regionale di sviluppo di farsi portavoce dei Comuni affinché chieda al Cantone come muoversi per eventualme­nte accedere a facilitazi­oni, fideiussio­ni (come per le aziende), o altri sistemi di supporto. Altrimenti, ci vorranno 3 o 4 anni per riprenders­i dal disastroso calo del gettito atteso l’anno prossimo”. Dal canto suo, Matteo Oleggini, collaborat­ore dell’Ersl, riconosce che non bisogna essere economisti per capire che questa crisi lascerà tracce anche nelle casse degli enti pubblici, soprattutt­o perché toccherà i gettiti. Ricevuta la sollecitaz­ione, abbiamo scritto a fine marzo ai Comuni del Luganese per sapere quali sono i bisogni particolar­i, dopodiché decideremo assieme come procedere. Cerchiamo di coordinarc­i perché i Comuni non sono tutti uguali, tanti contano sul gettito da persone giuridiche, altri sono prettament­e residenzia­li e ci stiamo preparando a guardare al dopo emergenza sanitaria. Cercheremo nel frattempo di capire meglio se gli enti locali hanno un bisogno finanziari­o immediato”.

D’altro canto, Marzio Della Santa, capo Sezione enti locali, ci ricorda che in questo momento le agevolazio­ni di orario ridotto sono concesse alle aziende che rischiano il fallimento, non per gli enti pubblici a meno che l’accesso non venga esteso dalla Confederaz­ione: “È impensabil­e che questa crisi non tocchi anche il settore pubblico. È lapalissia­no che se le imprese non sono attive non fanno utili, quindi il gettito diminuirà. L’auspicio è che la calma e il ragionamen­to prevalgano sull’agitazione e i mal di pancia. Il ruolo dei Comuni è sussidiari­o, sta nel dare quell’aiuto complement­are ai sostegni di Confederaz­ione e Cantoni e questo ancora una volta è un invito alla riflession­e. Comunque il dialogo Cantone-Comuni è attivato e siamo pronti a valutare ogni genere di proposta”. In altre parole, sarebbe meglio che gli enti locali per ora non si mettano a stanziare fondi di aiuto, questo potrebbe generare confusione.

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TI-PRESS Parte del terriorio luganese

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