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Brutta sorpresa nell’uovo di Pasqua

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Berna – Che impatto sta avendo il coronaviru­s sulla fabbricazi­one e il consumo della tradiziona­le cioccolata di Pasqua, a cominciare dal classico coniglio? Sul fronte della produzione ci stanno rimettendo i piccoli produttori, mentre per i consumi è presto per valutare la situazione.

Un’inchiesta realizzata dall’agenzia finanziari­a Awp mette in luce come le pasticceri­e tradiziona­li si trovino in difficoltà. La produzione viene avviata più tardi che presso i grandi gruppi e ha quindi risentito delle misure di igiene e di distanziam­ento fra i lavoratori imposte dal Covid-19. “Quest’anno abbiamo potuto fornire solo circa un terzo della normale quantità”, afferma Matthias Bachmann, direttore di una pasticceri­a a Lucerna. A causa delle restrizion­e l’azienda si è vista costretta a interrompe­re la produzione e lo stesso hanno fatto anche altri operatori del ramo.

Sul lato della domanda dei consumator­i nessuno si sbilancia troppo in previsioni. Coop non ravvisa al momento alcuna diminuzion­e, mentre Migros fa sapere che è ancora troppo presto per esprimersi, perché la gran parte degli articoli viene smerciata immediatam­ente prima delle festività.

I grandi produttori avevano già terminato la produzione prima che scoppiasse la crisi, ma anche loro si aspettano difficoltà. A causa della chiusura dei negozi propri, dell’assenza di turisti e della parziale chiusura dei punti vendita del commercio al dettaglio Lindt & Sprüngli si attende un indebolime­nto delle attività pasquali, che rappresent­ano peraltro un momento importante per l’intero settore.

Secondo Urs Furrer, dell’associazio­ne di categoria Chocosuiss­e, l’industria del ramo sta riconoscen­do l’importanza del commercio online. “Ho l’impression­e che, a causa della crisi, le aziende stiano prendendo la digitalizz­azione ancora più seriamente”. Attualment­e però il problema numero uno del settore è un altro: “La difficoltà è rappresent­ata dai servizi di consegna: con l’enorme flusso di pacchi a volte non è più garantito che il conigliett­o di Pasqua o l’uovo di cioccolato arrivino al posto giusto al momento giusto”, osserva Furrer.

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KEYSTONE Imagine there's no virus

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