Coira ribadisce: per ora niente finestra di crisi
Faccia a faccia ieri mattina a Roveredo fra il presidente del governo grigionese Christian Rathgeb, accompagnato dal capo dello Stato maggiore di condotta cantonale Martin Bühler, e il presidente della Regione Moesa Christian De Tann affiancato dal granconsigliere di Roveredo Manuel Atanes, dal sindaco di Grono e deputato Samuele Censi, dal sindaco di Roveredo Guido Schenini e dal capo dello Stato maggiore di condotta regionale Moreno Monticelli. Tema del vertice la pandemia connessa alle attività economiche per le quali Coira, a differenza del Ticino, non ha decretato la chiusura di quelle non indispensabili, obbligando invece le poche ditte rimaste aperte a far rispettare la distanza fra i dipendenti e a garantire le misure d’igiene. Dopo la prima levata di scudi, quando tutti i deputati moesani avevano scritto al Consiglio federale sollecitando l’apertura di una finestra di crisi in Mesolcina e Calanca, negli ultimi giorni alcuni di essi hanno fatto dietrofront una volta verificato che la maggior parte delle ditte risultano chiuse e che quelle in attività, su cui vigila la polizia, stanno rispettando le direttive; oltre a ciò la curva dei contagi sembra attualmente aumentare meno, in linea col Ticino.
Comunicazione verso sud da migliorare Durante l’incontro Rathgeb ha assicurato sostegno alla Regione Moesa. La tavola rotonda è servita ad analizzare la situazione attuale con i rappresentanti locali e a discutere della situazione relativa alle richieste di aprire una finestra di crisi per singoli Comuni (continuano oggi a richiederla i Municipi di Rorè, San Vittore e Castaneda, affiancati dai deputati Atanes e Noi-Togni). Su questo punto il governo per ora non cambia idea. È stato deciso di approfondire ulteriormente la comunicazione comune e la valutazione comune della situazione, in particolare in caso di adeguamenti delle misure da parte della Confederazione o del Cantone Ticino. In futuro andrà inoltre attribuita particolare priorità alla comunicazione da parte del medico cantonale relativa alla situazione sanitaria nelle valli meridionali. Il governo si dichiara poi “consapevole della difficile situazione in cui si trovano in particolare la popolazione, i datori di lavoro e i lavoratori delle regioni grigionesi che confinano con l’Italia e col Ticino”. Si dice perciò a fianco delle regioni e pronto a “fare tutto il possibile per aiutarle a far fronte alla situazione”, garantendo l’apertura al dialogo. A questo riguardo le parti hanno richiamato l’attenzione sulla necessità di attuare insieme le misure a tutela della salute della popolazione. “È assolutamente necessario restare uniti, passo per passo, affinché questa crisi possa essere superata insieme anche dal punto di vista economico”.
Invariato il numero di decessi
Nel Moesano il coronavirus non ha intanto fatto più morti rispetto a lunedì. Nell'aggiornamento dello Stato maggiore regionale di condotta figuravano ieri ancora 7 decessi dall'inizio della pandemia. Le persone ospedalizzate sono passate da 5 a 7 e i contagi accertati sono saliti di tre unità, passando da 59 a 62. Lo Stato regionale di condotta non si sbilancia sul raggiungimento del picco, ma la curva del grafico mostra comunque un aumento più contenuto di decessi e contagi rispetto alle ultime due settimane. Sul piano cantonale i decessi nei Grigioni sono saliti dai 31 di lunedì ai 34 censiti ieri. Diminuiti invece i pazienti ospedalizzati, che passano da 52 a 49, mentre i contagi passano da 657 a 668.