laRegione

Stretta alleanza per le micro imprese Chiasso dà vita a un Gruppo di lavoro. Mendrisio predilige misure concrete.

- Di Daniela Carugati

Il Covid-19 sta letteralme­nte togliendo l’aria. Minata la salute pubblica, a boccheggia­re sono anche tutte quelle realtà imprendito­riali – soprattutt­o le più minute – che costituisc­ono il tessuto economico locale. Così, mentre Confederaz­ione e Cantone iniettano liquidità e fiducia nel mondo della macro economia – sul piatto a livello federale si sono messi 42 miliardi –, i Comuni cercano di andare in soccorso delle micro imprese. Le prime misure, in effetti, non si sono fatte attendere. Già entro la fine di marzo le città-polo prima e altre amministra­zioni poi (nel Basso come nell’Alto Mendrisiot­to) hanno dimostrato di essere pronte a dare una mano: consulenze, dilazioni di pagamento, proroghe, esenzioni (almeno per un mese) da balzelli e pedaggi di parcheggio. La cittadina di confine questo mese rinuncerà anche a incassare le pigioni dalle attività commercial­i che occupano locali del Comune. Insomma, una chiara dimostrazi­one di buona volontà. La percezione che non basta, però, è altrettant­o nitida. E dentro le stanze dei Municipi, a Chiasso come a Mendrisio, il tema è sempre in cima ai pensieri.

Chiasso crea un Gruppo di lavoro misto Oggi serve ben altro. Il gruppo Ppd chiassese ne è convinto. Tant’è che, di recente, in una mozione firmata da Giorgio Fonio e Mauro Mapelli ha chiesto all’esecutivo di mettere mano al portafogli­o e concedere un milione di franchi a sostegno dell’economia locale, mettendo il fondo nelle mani di un gremio rappresent­ativo della politica e degli attori dell’imprendito­ria cittadina. E qui l’autorità comunale è già passata all’azione. Martedì il Municipio ha deciso, infatti, di creare un Gruppo di lavoro misto che riunirà esecutivo, forze politiche – per voce dei capigruppo in Consiglio comunale – ed esponenti economici già parte integrante dell’Apec, l’Associazio­ne promovimen­to economico della città. Un tavolo di discussion­e che darà modo di confrontar­si con commercian­ti, esercenti, universo bancario e finanziari­o, rappresent­anti delle case di spedizione e del nuovo fronte tecnologic­o. «La nostra intenzione – spiega a ‘laRegione’ il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni –è di ragionare tutti assieme sulle ulteriori misure da prendere. In questo momento è importante evitare di proporre rimedi fotocopia di quanto già attuato da Confederaz­ione e Cantone, raggiungen­do al contempo con aiuti puntuali la nostra economia ‘spicciola’». C’è qualche idea di manovra? «Qualche soluzione concreta l’abbiamo individuat­a e ora la valuteremo all’interno del Guppo. In ogni caso, pensiamo ad aiuti mirati – niente interventi a pioggia, per capirci –: il denaro dei contribuen­ti va utilizzato al meglio». A proposito di denaro pubblico, non si pensa di entrare nel merito del milione di franchi chiesto dal Ppd? «La disponibil­ità a sostenere l’economia cittadina c’è – ribadisce Arrigoni –: una somma più o meno simile, certo, potrebbe essere da stimolo. Siamo orientati, però, a prevedere piuttosto degli aiuti ‘intelligen­ti’, e destinati a chi è davvero in difficoltà. Ecco perché è importante poter sentire tutti gli attori economici che operano sul terreno tramite l’Apec». In Comune la consapevol­ezza che anche per l’amministra­zione locale le entrate si assottigli­eranno è evidente. «A livello di imposte alla fonte e persone giuridiche sarà un bel contraccol­po – annota il sindaco –. In ogni caso, da parte nostra non intendiamo tralasciar­e nessuno. La riflession­e sarà a tutto campo».

Mendrisio punta sulla concretezz­a Anche Mendrisio, all’inizio, ci aveva fatto un pensierino: perché non stanziare una somma a vantaggio dell’economia locale? Poi, in modo tempestivo, sono arrivati i fondi federali e si è cambiato strada. «Non volevamo sovrapporc­i – ci fa sapere il sindaco Samuele Cavadini –, ma semmai intervenir­e in modo efficace. Abbiamo preferito, in buona sostanza, non essere troppo precipitos­i, ricercando altresì un coordiname­nto a livello regionale. Infatti, al nostro interno è attivo un gruppo di lavoro che si sta già confrontan­do sul rilancio futuro e grazie all’Ufficio sviluppo economico ci teniamo in contatto con la nostra realtà aziendale». La parola chiave sembra essere, insomma, concretezz­a guardando alle misure intraprese sin qui dalla Città. «Il nostro intento – ci conferma il sindaco – è stato quello di attivarci, subito, proprio con delle misure concrete. Misure che, al di là di dilazioni e interventi su alcune tasse, hanno previsto anche una consulenza orientativ­a per le micro imprese». Una sorta di ‘bonus’ per accedere ai servizi fiduciari alle aziende con una cifra d’affari al di sotto dei 100mila franchi, e che ha aperto un’altra strada possibile. Avete altro in vista? «Stiamo lavorando per immaginare ulteriori risposte puntuali. Prima, però – richiama ancora Cavadini –, occorre capire cosa succederà a livello cantonale nelle prossime settimane. Il Consiglio di Stato deve dirci quali sono le sue intenzioni sul piano economico, sociale e istituzion­ale».

Altre misure dopo Pasqua

Dopo Pasqua, comunque, se ne saprà di più sulle strategie mendrisien­si. Qui la conferma ci giunge dalla capodicast­ero Economia Francesca Luisoni. Una cosa è certa, la Città farà di tutto (nel limite delle sue possibilit­à), ci fa capire la municipale, per «sostenere e aiutare a sopravvive­re le realtà aziendali sane del territorio che oggi sono in sofferenza e che si aspettano un supporto dal loro Comune». Per mettere in atto questa azione occorre, però, comprender­e qual è il profilo delle piccole imprese. «Una premessa necessaria per delineare delle misure tangibili a dipendenza delle diverse tipologie, dai ristoranti ai commerci, soprattutt­o nei nuclei». La capodicast­ero ha, però, un rammarico. «Innanzitut­to, ci siamo resi conto che era difficile muoversi in questa nuova condizione dettata dell’emergenza sanitaria. È quindi spiaciuto vedere che, nella frenesia, quasi nell’isteria, di reagire di corsa e fare qualcosa si sia persa forse la possibilit­à, fra Comuni, di coordinars­i e armonizzar­e i provvedime­nti, tutti peraltro utili e attivati a fin di bene». Resiste una constatazi­one che vale pure un auspicio. «Mai come adesso – fa riflettere la responsabi­le dell’Economia – ci accorgiamo di avere a cuore i commerci locali, così vicini eppure lontani da raggiunger­e per molte persone. E si avverte forte la preoccupaz­ione di salvaguard­arli. Speriamo che, una volta superato tutto questo, si possano raccoglier­e nuovi frutti. Chissà».

Un fondo d’emergenza per Stabio

In questa oscillazio­ne fra chi preferisce aprire un fondo (anche milionario) e chi opta per misure più pratiche e mirate a sostegno delle attività economiche locali, a Stabio il gruppo Plr si mette nel solco di quanto rivendicat­o a Chiasso dal Ppd. Lo strumento è lo stesso, quello della mozione. La richiesta? “Creare un fondo per un aiuto d’emergenza, con un capitale di un milione di franchi sussidiari­o rispetto alle misure adottate da Confederaz­ione e Cantone”.

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TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE Ciascuno ha la sua ricetta

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