laRegione

Fino a quando sarà, #culturaaca­sa

Una campagna trasversal­e avente come obiettivo la consegna a domicilio dell’offerta

- Di Beppe Donadio

A restare immutata, in questo mese in cui tutto è (non solo) culturalme­nte cambiato è la missione di monitoragg­io e di promozione dell’Osservator­io culturale che già dal 23 aprile, attraverso la campagna #culturaaca­sa, si sta preoccupan­do di portare l’offerta culturale all’interno delle abitazioni dei relativi utenti. Di questa campagna, la cui durata rimane strettamen­te legata agli eventi, e di tutto il resto parla alla ‘Regione’ Raffaella Castagnola Rossini, direttrice della Divisione della cultura e degli studi universita­ri del Dipartimen­to dell’educazione, della cultura e dello sport.

Come avete reagito allo ‘shock culturale’ imposto dal coronaviru­s? Come si sono mossi in queste settimane la Dcsu e i suoi istituti?

Il panorama culturale e l’attività degli istituti della Dcsu si sono profondame­nte modificati a causa dell’emergenza Covid-19. Il contatto diretto tra gli utenti e le nostre strutture è stato giocoforza limitato, quello indiretto resta garantito grazie a strumenti digitali come le piattaform­e di consultazi­one online (la Biblioteca digitale del Cantone Ticino, Mlol) e i social media. Su questo fronte va rilevata la campagna #culturaaca­sa promossa dall’Osservator­io culturale (Oc) in collaboraz­ione con le Bibliotech­e cantonali, tramite la sua pagina Facebook, che si pone l’obiettivo di portare l’offerta culturale al domicilio degli utenti. I post abbraccian­o le offerte più disparate: dalle visite digitali delle collezioni di storia e d’arte del cantone ai mini concerti dell’Osi, dalle piattaform­e streaming che danno accesso al cinema d’autore del Locarno Film Festival ai consigli di lettura di autori legati al territorio. Il messaggio è chiaro: possiamo stare a casa – rispettand­o le disposizio­ni governativ­e – senza dover rinunciare alla cultura, sfruttando canali già esistenti da tempo oppure soluzioni studiate ad hoc (come il canale YouTube del Museo di Leventina). C’è solo l’imbarazzo della scelta.

Fino a quando durerà la campagna? Si aggiungera­nno nuove iniziative?

Le proposte di #culturaaca­sa continuera­nno fino a quando le attività culturali potranno riprendere il loro corso naturale. La volontà di comunicare più efficaceme­nte resterà. La nuova Agenda culturale che sarà attivata prossimame­nte ne è un valido esempio. L’idea è quella di mediare meglio la ricca offerta del settore: aiutare l’utente a trovare quello che cerca e nel contempo favorire la diffusione di quanto proposto dagli operatori. Un fattore particolar­mente rilevante quest’ultimo, se consideria­mo la concentraz­ione di iniziative e proposte a cui potremo assistere nella seconda parte dell’anno.

Avete potuto tastare il polso alla comunità: come hanno reagito e come reagiscono i destinatar­i delle vostre iniziative? E si può tentare un primo, seppur intermedio, bilancio di quanto fatto?

Dai primi riscontri possiamo dire che la campagna è stata recepita ottimament­e, sia dal pubblico sia dagli operatori culturali che condividon­o i post sulle loro pagine web. Settimana scorsa, ad esempio, il numero di visualizza­zioni della pagina dell’Oc sono aumentate del 93% rispetto alla settimana precedente, mentre gli utenti che hanno letto almeno un post sono stati 1’641. Il punto forte di #culturaaca­sa resta lo sguardo trasversal­e che offre, aggregando le diverse proposte degli istituti cantonali e di altri operatori culturali attivi sul territorio.

Consideran­do che l’emergenza sanitaria non finirà presto, ci sono piani a lungo termine? Come immaginate il rientro alla normalità, quali servizi ripartiran­no come prima, quali andranno ripensati e come?

Al momento è difficile immaginare quando riusciremo a tornare a un regime di normalità, soprattutt­o per quei servizi rivolti al pubblico. Si tratterà certamente di un’apertura progressiv­a che andrà concordata con le autorità federali.

In ottica futura, la massima priorità è garantire il supporto, anche economico, agli operatori culturali in modo da assicurare la continuità di un settore che propone e produce molto. In questo senso sono di fondamenta­le importanza gli aiuti finanziari alla cultura decisi dal Consiglio federale e concordati con i Cantoni.

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TI-PRESS Raffaella Castagnola Rossini, direttrice della Divisione della cultura e degli studi universita­ri del Decs

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