laRegione

Appello agli altri servizi ambulanza

Dopo Covid-19: la Croce Verde solleciter­à una radiografi­a mirando a migliorie e più sinergie

- Di Marino Molinaro

“L'emergenza Covid-19 sia un impulso per riflettere sui servizi di pronto intervento ticinesi; magari non proprio nell’ottica di una medicalizz­azione cantonale, sarebbe forse troppo, ma di una maggiore sinergia fra enti regionali, senza andare a intaccare le singole peculiarit­à”. È l’auspicio che il presidente della Croce Verde di Bellinzona, interpella­to dalla ‘Regione’, esprime elencando tutta una serie di buone ragioni affinché la Federazion­e cantonale ticinese dei servizi autoambula­nze, che riunisce i cinque enti attivi sul piano cantonale nonché quello del Moesano e la Rega, colga l’occasione per analizzare a fondo l’attuale organizzaz­ione e dotazione di personale e materiale, individuan­do in un confronto aperto e prospettic­o gli ambiti nei quali implementa­re delle migliorie, consideran­do anche la sostenibil­ità finanziari­a.

Quali lezioni trarre

Premesso che “il servizio come attualment­e svolto ha una buona qualità frutto di un costante processo di aggiorname­nto”, Vincenzo Lacalamita intende inoltrare alla Federazion­e una richiesta ufficiale di incontro fra le parti, ritenendo che il momento, una volta superata la fase acuta, sia propizio per effettuare una radiografi­a dell’esistente per capire quale lezione trarre da una situazione del tutto eccezional­e e inattesa, e cosa eventualme­nte cambiare per muoversi meglio nel futuro, consideran­do sia eventuali altri periodi pandemici, sia le sfide che si pongono in tempi normali per affrontare adeguatame­nte le urgenze’. Tutto ciò mentre nella Turrita la Croce Verde festeggia quest’anno in buona salute il secolo di vita, con eventi però rinviati al 2021 proprio a causa del coronaviru­s. In questi giorni viene intanto inviata a tutti i fuochi la nuova campagna sostenitor­i intitolata ‘Vicini e solidali da cento anni’, che mira a garantire il necessario sostegno finanziari­o a fronte delle varie sfide aperte sul campo.

Ambulanze diverse, un problema

Un ‘caso’ tipico, in questo ambito, è rappresent­ato dai differenti veicoli in dotazione ai vari servizi di autolettig­a. “Qualora si renda necessario, in determinat­e situazioni, effettuare un trapasso di barella con paziente da un’ambulanza all’altra, l’attuale diversità rappresent­a un problema che si risolvereb­be optando per veicoli e allestimen­ti interni uguali”, esemplific­a Lacalamita. I vantaggi “sono ben immaginabi­li qualora si presentass­e un’emergenza locale: un soccorrito­re attivo profession­almente in un’altra parte del cantone saprebbe ‘orientarsi’ più facilmente a bordo di ambulanze uguali a quella nella quale lavora abitualmen­te”. Un passo in questa direzione è stato fatto siglando recentemen­te un accordo fra Croce Verde di Bellinzona e Servizio ambulanza Locarnese e Valli (Salva) che indica la necessità di dotarsi di mezzi identici.

Ricercare soluzioni win-win

Bene per contro la formazione: “Da tempo è stata uniformata e centralizz­ata sul piano cantonale. Uguale per tutti è anche la scala salariale. Stiamo invece ancora lavorando sul regolament­o cantonale”. Altri punti che richiedere­bbero una maggiore sinergia “potrebbero essere i modelli di fatturazio­ne, la gestione del personale, il prepension­amento laddove esiste, ma anche la fase che precede il prepension­amento”. E già che si parla di personale, “un ragionamen­to potrebbe riguardare anche il coinvolgim­ento dei sindacati e dei medici”, annota Vincenzo Lacalamita: “Nel primo caso, da noi è già realtà. E quanto ai medici, diversi anni fa abbiamo sottoscrit­to con l’Ente ospedalier­o un accordo, credo unico a livello cantonale, grazie al quale il San Giovanni a nostre spese mette a disposizio­ne suoi dottori di pronto soccorso per le situazioni più impegnativ­e. Si tratta della tipica situazione win-win che consente a noi di risparmiar­e qualche franco non dovendo assumere un medico in pianta stabile, e all’ospedale di approcciar­si più tempestiva­mente ai casi più gravi”. Altri servizi di autolettig­a hanno invece dei medici alle loro dipendenze. Qual è dunque la soluzione migliore? “Bisognereb­be analizzarl­o coinvolgen­do tutte le parti in causa, compreso l’Ente ospedalier­o”, confida Lacalamita.

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TI-PRESS Servizi particolar­mente sollecitat­i in questo periodo
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TI-PRESS Vincenzo Lacalamita, presidente della Croce Verde

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