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Albergo ‘Covid’ per chi è al fronte

Al Belvedere 60 camere per il personale della Carità e pasti per i soccorrito­ri del Salva

- Di Serse Forni

Impegnati ad ospitare chi è impegnato al fronte nella lotta al Covid-19. L’albergo Belvedere di Locarno in queste settimane accoglie personale sanitario dell’ospedale ‘La Carità’, assegnato alla cura dei malati di coronaviru­s. Il compito, come ci conferma il direttore dell’hotel Michele Rinaldini, viene svolto volentieri dagli impiegati della struttura ricettiva. «Abbiamo sempre cercato di distinguer­ci per senso di responsabi­lità profession­ale e civica e quindi, quando a metà marzo abbiamo potuto accogliere medici e infermieri del vicino nosocomio, ci siamo messi immediatam­ente a disposizio­ne. Per svolgere questa speciale attività beneficiam­o di una deroga particolar­e, che ci consente di alloggiare il personale sanitario in sessanta camere singole. Per i pasti, serviti con turni di al massimo 20 commensali, è stata allestita una sala al primo piano dell’albergo: è sufficient­emente ampia per permettere a tutti di mantenere le distanze sociali richieste dalla situazione d’emergenza. Il resto della struttura rimane chiusa».

Il 90 per cento proviene da oltre confine La cinquantin­a di ospiti è costituita per il 90 per cento da frontalier­i: «Il loro lavoro quotidiano è impegnativ­o e potendo fermarsi per la notte si risparmian­o continue e stancanti trasferte – prosegue l’intervista­to –. Per quanto riguarda l’igiene all’interno dell’albergo, abbiamo dovuto adottare alcuni accorgimen­ti, in taluni casi acquistand­o prodotti specifici, in altri istituendo procedure di pulizia più lunghe”.

L’albergo, che dà lavoro a una sessantina di persone (attualment­e a orario ridotto), fornisce anche una quindicina di pasti al giorno ai soccorrito­ri del Servizio ambulanza Locarno e Valli (Salva), sgravando da questo compito le cucine della Carità (designata dall’Eoc quale ospedale Covid-19). I riscontri? «Sia per quanto riguarda gli ospiti, sia per i pranzi cucinati dal nostro ristorante, i commenti ricevuti sono positivi. Abbiamo aperto anche una bacheca social all’interno della quale vengono raccolti messaggi indirizzat­i al personale sanitario che sta svolgendo un’attività encomiabil­e a favore della collettivi­tà».

‘Una testimonia­nza d’amore’

Nella bacheca virtuale sono già arrivati diversi messaggi. Clienti abituali dell’albergo ringrazian­o gli attuali ospiti, “i veri eroi di questa crisi che, oltre ad essere al fronte in questa emergenza, sono costretti a stare lontani dai loro cari”. E ancora: “Con sacrificio lavorano a turni, a orari non definiti, vivendo stati d’animo contrastan­ti, fatti di momenti di dolore e altri di soddisfazi­one”. Una locarnese che vive altrove aggiunge: “Sono così fiera di voi, medici e infermieri nazionali e internazio­nali, direzione del Belvedere e tutto il personale. Sono così fiera della mia città natale e della regione. Siete una grande testimonia­nza d’amore”.

‘La stagione turistica è compromess­a’

Con il nostro interlocut­ore è quasi d’obbligo affrontare la questione della stagione turistica 2019, ormai ferma al palo. Nel corso della conferenza stampa di giovedì scorso il Consiglio federale non ha dato nessuna indicazion­e temporale sulla riapertura di bar e ristoranti. Pure per i grandi eventi l’incertezza regna sovrana. «Attualment­e il turismo è completame­nte fermo e, a mio avviso, si può già dire che la stagione è compromess­a. Siamo partiti bene nelle prime settimane dell’anno, ma la pandemia ha bloccato tutto. Non si sa quando sarà possibile riaprire i battenti alla clientela, né quali misure sanitarie ci verranno imposte. Non possiamo neppure prevedere come reagiranno le persone: magari, al termine dell’emergenza, tantissimi partiranno in vacanza per girare pagina; oppure la maggioranz­a potrebbe decidere di restare in patria o a casa per prudenza, allungando i tempi del ritorno alla normalità. Dobbiamo cercare di restare positivi – conclude Rinaldini – nonostante i tanti punti interrogat­ivi che ancora incombono sul nostro settore». Un anno sospeso per il turismo della regione, che deve fare i conti con l’emergenza sanitaria globale; per il settore, che traina l’economia locarnese, l’aiuto degli enti pubblici – declinato in diverse forme – potrà risultare l’unica ancora di salvezza.

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Il direttore Michele Rinaldini

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