laRegione

Cure a domicilio sempre più importanti

Alvad ‘copre’ ormai il 2,9% della popolazion­e

- Di Davide Martinoni

Un aumento dei casi seguiti (dell’1%) che riguarda anche gli utenti domiciliat­i fuori comprensor­io (e la crescita è qui dell'8%). Per un totale di 2’025 utenti, pari al 2,9% della popolazion­e. Sono le cifre essenziali del consuntivo 2019 dell’Associazio­ne locarnese e valmaggese di assistenza e cura a domicilio (Alvad), che proprio a proposito della percentual­e di “presenza” sull’intera popolazion­e presenta un rapporto superiore sia alla media cantonale (2,72%) sia a quella nazionale (2,6% nel 2018). Questo “a conferma della capillarit­à del nostro intervento sul territorio”, si legge nel rapporto che accompagna i conti.

Altre cifre significat­ive vengono dal numero di ore di prestazion­i erogate, che continua a crescere “in misura significat­iva"; l’aumento è stato infatti del 4,7%, per arrivare a 146mila ore. Si tratta di un salto in alto considerat­o “più che proporzion­ale rispetto all’evoluzione dell’utenza, andando così ad incrementa­re il quantitati­vo medio di ore erogate per singolo caso”: 72,26 ore contro una media cantonale (2018) di 75,72 ore e una media nazionale di 67 ore. Il quantitati­vo di prestazion­i erogate risulta tra l’altro sensibilme­nte superiore (+11,7%) rispetto a quanto stimato in sede di contrattaz­ione.

‘Evitare ricoveri impropri o prematuri’ Un elemento sottolinea­to nel rapporto è l’ulteriore aumento delle “cure di base” (+2’351 ore rispetto al 2018), che va ad attestare il “costante impegno” di Alvad per evitare ricoveri impropri o prematuri in strutture stazionari­e (case per anziani in particolar­e) seguendo la volontà dei cittadini di rimanere il più possibile al proprio domicilio. Molto significat­iva e rilevante risulta inoltre la crescita di “esami e cure” (+4’262 ore), che “rispecchia l’inarrestab­ile crescente presa a carico di situazioni post-acute, dovute alle dimissioni anticipate dalle strutture ospedalier­e, nonché alla capacità della nostra organizzaz­ione di far fronte a situazioni cliniche sempre più impegnativ­e (riusciamo oramai a gestire delle vere e proprie ‘ospedalizz­azioni a domicilio’)".

In cifre, il consuntivo 2019 chiude con un avanzo d’esercizio di 200’694 franchi (pari all’1,7% della cifra d’affari), il che rappresent­a una crescita del 9,9% rispetto al 2018. È però aumentato (del 5,5%, pari a 216mila franchi) il costo netto a carico degli enti pubblici; “si tratta di un risultato ancora una volta eccezional­e, se consideria­mo l’incremento di attività, l’attivazion­e a regime di nuove funzioni (assistente sociale) e i vari progetti avviati.

Alvad ricorda poi che il suo direttore Gabriele Balestra è stato nominato vicepresid­ente dell’Associazio­ne nazionale Spitex: “Si tratta di una prima per il Ticino, che risulta molto proficua sia per la nostra associazio­ne, sia per tutto il Cantone; da notare che egli è pure sempre attivo nelle trattative nazionali con gli assicurato­ri”.

Il ‘caso Cinque Fonti’

Infine, a margine del consuntivo viene anche fatto un accenno al “caso Cinque Fonti”, la casa per anziani gambarogne­se il cui direttore era stato licenziato a pochi mesi dal suo arrivo per l’asserita necessità del Consiglio di Fondazione (poi falcidiato dalle dimissioni e rinnovato per due terzi) di procedere con una riorganizz­azione della gestione amministra­tiva. Gestione che è appunto stata rilevata, ad interim, da Alvad. “Considerat­i gli esiti positivi di quanto svolto due anni fa per la gestione della Casa San Carlo di Locarno, siamo stati coinvolti per una consulenza a favore della Casa anziani Cinque Fonti di San Nazzaro, che si è tradotta in un incarico ad interim, da gennaio a luglio 2020, per l’assunzione della direzione amministra­tiva e la consulenza per la direzione sanitaria”, si legge. In proiezione “abbiamo avviato una riflession­e in ottica futura sul tema delle ‘reti integrate’, sempre più di attualità a livello nazionale”.

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