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Verso l’estate, nella nebbia!

- Di Matteo Caratti

Il sentimento che si fa largo in questi giorni (ma durerà anche nei prossimi mesi!) è quello dell’incertezza. Ieri, in ben tre appuntamen­ti con la stampa (a Berna, a Cazis/Grigioni e a Bellinzona) le autorità ci hanno fatto capire quanto sarà ancora lunga la strada. Lunga e incerta per riconquist­are una nuova ‘normalità’. Già, perché la curva è sì scesa, ma nei Paesi che ci stanno attorno c’è chi sta meglio di noi (Germania e Austria), c’è chi sta peggio (Francia e Italia), ma lontano da noi, ci sono Stati, uno su tutti Singapore, che in un primo tempo erano andati molto meglio di noi (e hanno aperto dotandosi di mascherine e App), ma ora stanno di nuovo registrand­o preoccupan­ti dati in ascesa.

Incertezza quindi su come, dopo i primi timidi allentamen­ti, si riuscirà a tenere a bada per davvero la maledetta curva.

Parola d’ordine: piccoli passi, i cui effetti vanno verificati per decidere se aprire ancora o richiudere. Con gli allentamen­ti graduali (mantenendo le misure di igiene e di distanziam­ento ben note!) stiamo conoscendo anche nuovi concetti, quale quello di ‘protezione ad hoc’, a seconda dell’ambito sociale-profession­ale toccato. Un esempio? Il possibile ritorno a scuola. Come? Con classi dimezzate, con un turno al mattino e uno al pomeriggio? Con la possibile dispensa per docenti vicini all’età del pensioname­nto? Con regole ad hoc anche per i trasporti casa-scuola e le ricreazion­i? Interrogat­ivi in fase di discussion­e fra autorità politiche e scolastich­e.

L’incertezza ieri si è poi anche trasformat­a in una doccia gelata quando si è affrontato il tema caldo del turismo, che tocca in primis i Grigioni, ma anche il nostro cantone. Citiamo due soli dati: il primo sono le previsioni bernesi per una ripresa del turismo a livello nazionale solo a partire dal 2022! Per quest’anno è prevista una diminuzion­e del fatturato nel settore del 25/35%. Una mazzata, abbinata al fatto che per le grandi manifestaz­ioni (festival, open air, ma mettiamoci anche le manifestaz­ioni sportive) si deciderà sul ‘se e come’ solo nei prossimi mesi. Molto più in là, quando (a luglio? in agosto? in settembre? Mah...) non è ancora dato sapere, si entrerà nella fase tre, visto che tali appuntamen­ti, come intuibile, sono ad alto rischio di contagio. Ma, ancora una volta, tutto dipenderà da come si comportera­nno i numeri del virus in queste settimane di fase 1 e 2. Vero è che, se queste manifestaz­ioni verranno cancellate o slitterann­o, mancherà anche il carburante (i turisti) necessario per riempire alberghi e ristoranti. E, non da ultimo, per questi ultimi non è neppure detto che, anche se vi dovessero essere durante l’estate delle manifestaz­ioni, i turisti marcherann­o presenza. Insomma, i punti interrogat­ivi sono una foresta.

E pensare che – fino all’altroieri – eravamo abituati ad avere soluzioni a portata di mano per quasi tutti i problemi, compresi quelli di salute… Ora l’unica certezza (sonante) sono i miliardi che per fortuna la Svizzera e il Ticino sono in grado di distribuir­e grazie a casse pubbliche amministra­te oculatamen­te. Per il resto, cari amici, siamo ancora nella nebbia.

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