Modello ginevrino: le proposte di Asi e Ps
Il fronte che rivendica aiuti per gli affitti dei locali commerciali è ampio e propositivo, a partire dall’Associazione svizzera inquilini (Asi). Proprio dall’Asi è partita la proposta per l’adozione di un ‘modello ginevrino’, presentata anche alla Camera dell’economia fondiaria (Catef), all’associazione delle professioni immobiliari Svit (che l’ha sottoscritta: vedi ‘laRegione’ di ieri) e al Consiglio di Stato. Lo schema proposto il 9 aprile dall’Asi agli interlocutori politici e sociali ha avviato un ampio percorso progettuale, appunto ispirato a quanto deciso dal canton Ginevra: l’esonero dal pagamento dell’affitto di aprile a microimprese e indipendenti, che permette ai proprietari di incassare comunque metà del canone dalle casse pubbliche, in cambio della rinuncia all’altra metà. Una soluzione che piace anche al Partito socialista (Ps): con una mozione urgente, la granconsigliera Anna Biscossa ha proposto una formula giudicata adeguata alle condizioni quadro ticinesi. Per venire in aiuto degli indipendenti e delle piccole aziende, secondo il gruppo parlamentare Ps, il Cantone dovrebbe corrispondere “ai proprietari degli immobili la metà dell’onere dovuto per l’affitto, spese non incluse”, e invitare la Catef “a incoraggiare i proprietari degli immobili a fare un passo a favore di queste categorie di inquilini, rinunciando a loro volta al versamento della metà dell’affitto dovuto”. Una soluzione per aprile, che forse si dovrà estendere anche a maggio. Condizioni preliminari: “Essere in regola con il pagamento del canone di affitto prima del 17 marzo 2020; dimostrare di non essere in grado di pagare l’affitto; corrispondere canoni d’affitto inferiori a 2’500 franchi mensili, spese non incluse, per l’utilizzo dei locali necessari alla propria attività”. Alla formula ginevrina l’Asi, nel suo messaggio, aggiunge anche ulteriori proposte, ad esempio quella in discussione a Basilea Città: pagamenti immediati a fondo perduto “in particolare di pigioni di piccoli commercianti quali ad esempio negozi di fiori, fisioterapisti, piccoli caffè, parrucchieri ecc.”. Nel frattempo, a Basilea i partner sociali hanno proposto all’esecutivo una formula ‘a tre terzi’: il locatore dovrà rinunciare a un terzo dell’affitto, un terzo sarà pagato dal cantone e solo un terzo dal commerciante o microimprenditore.