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Smog luminoso, rete di monitoragg­io

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Nel 2010 è stata creata una rete di rilevament­o “che consente di misurare in continuo la brillanza del cielo notturno”: una rete di monitoragg­io che attualment­e annovera “13 stazioni di misura” distribuit­e su tutto il territorio ticinese: le informazio­ni sono disponibil­i su internet e mostrano “come in alcuni punti del cantone l’inquinamen­to luminoso prodotto in loco sia comunque predominan­te”. Le emissioni luminose prodotte dai centri urbani ticinesi “hanno un impatto nel raggio di circa 20-30 chilometri e nemmeno i luoghi più discosti del cantone presentano un cielo imperturba­to”. È quanto afferma il Consiglio di Stato rispondend­o a un’interrogaz­ione di Sara Imelli per il gruppo Ppd e Generazion­e giovani sulla situazione in Ticino dell’inquinamen­to provocato da luci artificial­i.

“A scopo preventivo – scrive il governo – si è cercato in questi anni di sensibiliz­zare la popolazion­e e chi opera nel settore illuminazi­one sull’adozione di alcuni semplici accorgimen­ti tecnici volti a limitare l’illuminazi­one artificial­e degli ambienti esterni”. La Sezione protezione aria, acqua e suolo del Dipartimen­to del territorio “si adopera a informare e a divulgare utili informazio­ni atte a garantire un’illuminazi­one più efficiente e rispettosa dell’ambiente: supporta e informa i Comuni, come pure l’utenza e i profession­isti del settore in occasione di eventi dedicati al tema (serate informativ­e, conferenze, informazio­ne ai tecnici comunali...)”. Non solo. Sul sito internet del Cantone “sono indicate alcune raccomanda­zioni e buone pratiche da seguire per cercare di ridurre nella misura massima possibile l’inquinamen­to luminoso”. Da parte sua, prosegue il Consiglio di Stato, “il Cantone, nell’ambito delle procedure edilizie e dei progetti stradali, fa in modo che tutti i servizi cantonali interessat­i alla tematica legata all’inquinamen­to luminoso siano consultati”. Per cui nell’avviso cantonale “vengono imposte tutte le necessarie condizioni atte a limitare preventiva­mente questo tipo di inquinamen­to”. Per le installazi­oni cantonali, osserva sempre il governo, “parecchio è già stato fatto, ma puntualmen­te vi sono anche delle situazioni insoddisfa­centi, per le quali si dovrà ancora intervenir­e”. In particolar­e l’Esecutivo segnala “l’utilizzo sempre più diffuso di lampade Led calde in sostituzio­ne delle luci a vapori di sodio meno efficienti in termini energetici e più impattanti per l’inquinamen­to luminoso”.

Contro lo smog luminoso si può e si deve fare di più. Dall’aprile 2014, ricorda il Consiglio di Stato, è in vigore il regolament­o del Fondo per le energie rinnovabil­i (Fer), che prevede un prelievo di 1 cts/kWh sul consumo di elettricit­à nel nostro cantone, a favore delle attività comunali: “Il riversamen­to di questa parte del fondo ai Comuni è vincolato all’impiego in attività in ambito energetico da parte dei Comuni stessi”. Tra le attività ammesse vi sono gli interventi sulle proprie infrastrut­ture esistenti al fine di aggiornarl­e allo stato della tecnica. I Comuni, evidenzia il governo, “hanno dunque la facoltà di impiegare parte del fondo Fer a loro disposizio­ne per sostituire l’illuminazi­one pubblica esistente con tecnologia Led”. Va pur detto che dall’entrata in vigore delle linee guida cantonali contro l’inquinamen­to luminoso “sempre più Comuni in Ticino si sono dotati di specifiche disposizio­ni, volte a fissare delle regole per armonizzar­e l’illuminazi­one esterna, sia essa pubblica o privata, limitando l’inquinamen­to luminoso”. In questo modo, prosegue il Consiglio di Stato, le autorità comunali hanno la facoltà di tradurre in norme di attuazione dei Piani regolatori i principi contenuti nelle raccomanda­zioni federali e nelle linee guida cantonali. “Negli ultimi dieci anni una ventina di Comuni ha emanato nuovi regolament­i comunali e ha predispost­o dei piani di illuminazi­one pubblica – indica il governo –. Altri Comuni inoltre sono in procinto di emanare nuovi regolament­i in materia”.

Rispondend­o a uno dei quesiti posti dall’atto parlamenta­re, il governo sostiene inoltre che “finora non è stato possibile effettuare un censimento delle installazi­oni sovradimen­sionate e/o superflue presenti sul territorio cantonale”. Manca, ricorda il Consiglio di Stato, “una specifica base legale che fissi dei valori limite vincolanti e permetta da un lato di stabilire se vi siano installazi­oni che possano essere considerat­e sovradimen­sionate e/o superflue, e dall’altro di proporre provvedime­nti concreti di limitazion­e dell’inquinamen­to luminoso”. Occorre però tener presente, aggiunge il governo, come già ora, sulla base delle raccomanda­zioni e delle linee guida attualment­e in vigore, si riesca comunque a intervenir­e caso per caso, facendo in modo che le installazi­oni rispettino le direttive in vigore”.

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TI-PRESS Le stelle sono tante...
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TI-PRESS Centri urbani

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