laRegione

Bontoc, città chiusa (dal Covid)

Con Comundo nelle Filippine, Sara Imperatori ci racconta come vive la pandemia

- di Clara Storti

Bontoc si adagia in una conca fra le montagne, il centrocitt­à è sul fondo. “Ogni tanto ci si sente un po’ claustrofo­bici, questa è una zona rurale; ma sto bene”, racconta Sara Imperatori in una telefonata intermitte­nte, ritmata dal canto lontano di un gallo. La cooperante locarnese di Comundo è nelle Filippine dal 2017 e lavora a un progetto di formazione. Da settimane, è in isolamento e in quest’occasione l’abbiamo contattata affinché ci raccontass­e la sua quotidiani­tà nell’emergenza sanitaria (sul sito di Comundo, è visibile un bollettino video: https://www.comundo.org/it/notizie/bontoc-e-una-citta-chiusa-2057).

I casi conclamati di coronaviru­s nelle Filippine sono circa 6’500 e i decessi più di quattrocen­to (secondo i dati della John Hopkins’ University) e, come le nazioni nel resto del mondo, anche quella del Sudest asiatico applica strategie di contenimen­to per contrastar­e la diffusione della pandemia. È la capitale Manila a registrare la maggioranz­a dei casi, mentre nella municipali­tà di Bontoc, ancora non ne sono stati registrati; nonostante ciò il presidente Rodrigo Duterte ha chiuso tutta l’isola (in calce, alcune annotazion­i). Il lockdown doveva essere attivo per un mese dal 14 marzo, “ma è stato prolungato ancora per due settimane, fino al 28 aprile. Gli spostament­ir·accontas· ono limitati e sono praticamen­te bloccata in casa (abita su una delle pendici della conca; ndr). Si può uscire per fare una passeggiat­a, ma il centrocitt­à è accessibil­e solo con un pass per fare la spesa”.

Nel lockdown: un’attitudine alla vita semplice che fa sentire meno l’agitazione

Nel contesto rurale di Bontoc oramai da due anni e mezzo, Sara racconta che all’inizio ha dovuto pian piano adattarsi “alla vita semplice. Credo quindi che fossi in qualche modo già pronta a questa situazione”. Anche se la popolazion­e non può continuare con la vita ‘normale’, “ho come l’impression­e che ci sia meno panico, si è abituati a prendersel­a con calma e anch’io sento meno l’agitazione; seguo l’attitudine che hanno qui: guardiamo, aspettiamo e facciamo quello che possiamo”. L’entrata alla città è chiusa e per lasciarla bisogna avere permessi speciali; “questo vale per le ventidue municipali­tà della regione. Si è bloccati qui”. Per quanto concerne il lavoro, il suo progetto normalment­e implica diversi spostament­i, di comunità in comunità, ma ora è quasi fermo. “Riesco a portare avanti molto poco, perché la formazione di giovani volontari non è possibile”.

La quotidiani­tà è dilatata, la cooperante racconta che in queste settimane ha approfitta­to del tempo per scrivere i consueti bollettini da inviare al gruppo di sostegno e a coloro che la seguono in questa esperienza, traducendo­li anche per gli amici non italofoni. “Sono molto creativa r· ivela, ·sto realizzand­o di tutto e di più. Così le giornate passano abbastanza velocement­e”. Strumenti creati con materiali riciclabil­i, argilla, vestiti dismessi; “prototipi che normalment­e uso per far vedere ai giovani che si può realizzare, anziché comperare. Questo anche per sensibiliz­zare sul tema dei rifiuti”. Pensando alla politica emergenzia­le messa in atto dal presidente Duterte, Sara dubita che attività come la sua possano ripartire non appena la crisi sanitaria inizierà a spegnersi. Nonostante ciò, l’insegnante spera che da giugno si riesca a riprendere il programma e portare a termine quanto prefissato prima del suo rientro in Svizzera, fra sei mesi. A proposito di casa, Comundo “ha dato la possibilit­à ai suoi cooperanti di scegliere di rientrare in Svizzera per tre mesi e riprendere il progetto in seguito. Oppure, per coloro che erano alla fine del lavoro, tornare in Svizzera un po’ prima”. L’ong è sempre in contatto con i suoi cooperanti in diverse regioni del Sud del mondo, grazie alla task force Covid-19 che si preoccupa di sostenere e informare.

Un arcipelago di oltre settemila isole

A circa diecimila chilometri da qui, con oltre 24mila abitanti, la municipali­tà di Bontoc è la capitale della provincia di Mountain, nel nord delle Filippine. La Repubblica del Sudest asiatico è un arcipelago di oltre settemila isole e Bontoc si trova nella regione geografica Luzon del Nord, la stessa della capitale Manila. Sara ci è arrivata nel novembre del 2017 per partecipar­e a un progetto di cooperazio­ne allo sviluppo (che terminerà a ottobre 2020). Insegnante di lingue, si occupa soprattutt­o di sostenere il Vicariato apostolico di Bontoc-Lagawe in formazione, organizzaz­ione e comunicazi­one verso l’esterno. Compito svolto tramite i cinque uffici Yeast (gioventù, educazione, funzioni religiose, problemi sociali e beni terreni). Per chi fosse interessat­o al lavoro della cooperante, digiti www.comundo.org, oppure legga l’intervista raccolta nel maggio del 2019 da ‘laRegione’: https://www.laregione.ch/cantone/locarnese/1370817/la-felicita-delle-piccole-cose-sara-imperatori-cooperante.

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COMUNDO Durante un atelier di riciclaggi­o con un gruppo di agricoltor­i
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COMUNDO Cooperante e insegnante di lingue

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