Chiusura della dogana: ‘Frontalieri di serie B...’
“Siamo trattati come se fossimo frontalieri di serie B”. È il grido preoccupato dei frontalieri ossolani che, complice il coronavirus, continuano a fare i conti (pesanti) derivanti dalla chiusura del valico di Ponte Ribellasca-Camedo. Un grido dovuto al fatto che il valico di Zenna è stato riaperto, mentre quello lungo la statale 337 della Valle Vigezzo continua a essere chiuso. Una situazione che suona come una beffa per il migliaio di frontalieri (attualmente sono molto meno) che per recarsi sul posto di lavoro entrano in Ticino passando da Ponte Ribellasca, visto poi che l’unica alternativa passa dal valico di Piaggio Valmara. Ciò significa trenta chilometri in più, come torna a sottolineare Antonio Locatelli, responsabile del coordinamento provinciale frontalieri del Vco: “Siamo sempre la ruota di scorta di tutti. Abbiamo diritto anche noi ad avere il nostro valico nuovamente percorribile perché è inammissibile obbligare un migliaio di lavoratori a transitare per la Valle Cannobina, allungando il tragitto di una trentina di chilometri e i tempi di percorrenza di quasi un’ora solo per arrivare a Cannobio, senza poi contare l’imbottigliamento in frontiera a Piaggio Valmara, dove ora si riversano non solo i frontalieri che provengono da Verbania e dal Lago Maggiore ma anche tutti quelli e· lo ripeto sono un migliaio c· he transitavano per Ponte Ribellasca: il risultato è dunque un lungo serpentone di auto in dogana”. Tutti i parlamentari del Verbano-Cusio-Ossola stanno facendo pressione su Roma e su Berna per arrivare alla riapertura del valico di Camedo, soprattutto pensando al rilancio delle attività economiche in Ticino, tra cui l’edilizia e, più avanti, i commerci, secondo le disposizioni del Consiglio federale.
Ricordiamo che nel Locarnese è aperto il valico di Brissago, come pure la frontiera di Dirinella, in Gambarogno, rientrata in funzione lo scorso 16 aprile, a fasce orarie da lunedì a venerdì, al mattino dalle 5 alle 9, e dalle 16 alle 20. Una riapertura arrivata su decisione dell’Amministrazione federale delle dogane, che aveva eseguito un’analisi dei flussi di traffico, e d’intesa con le autorità partner cantonali e italiane. Lo scorso 16 marzo, nell’ambito della lotta contro il Covid-19, il Consiglio federale aveva deciso di estendere i controlli alle frontiere con la Germania, l’Austria e la Francia, dopo un provvedimento analogo con l’Italia la settimana precedente. Il traffico transfrontaliero era stato canalizzato verso i valichi di confine più importanti per effettuare controlli sistematici. In Ticino attualmente sono aperti o parzialmente aperti sei valichi di confine: Brogeda, Chiasso strada, Gandria, Madonna di Ponte, Ponte Tresa e Stabio.