Il bersaglio potrebbe essere Tokyo
Le competizioni sono ferme, ma per il 20enne Jason Solari il lavoro quotidiano non manca
Mentre gran parte del resto del mondo dello sport è costretto a mordere il freno in attesa di buone nuove sul fronte coronavirus, c’è chi pure in tempo di pandemia ha comunque trovato il modo per riorganizzare la sua attività e proseguirla quasi come se nulla fosse. «Il quasi, comunque, è d’obbligo, visto che manca pur sempre una delle componenti principali della mia disciplina – premette il 20enne tiratore di Malvaglia Jason Solari –. Come in gran parte degli altri sport, anche per il tiro, in una situazione così, una delle maggiori difficoltà è quella di riuscire a mantenere il focus sugli obiettivi che si vogliono raggiungere, cercando di mantenere la medesima voglia di allenarsi di sempre, nonostante l’assenza di competizioni o confronti con altri». In mancanza di gare, la sua quotidianità è fatta di tanto lavoro a casa: preparazione fisica (ginnastica) per quel che concerne la condizione, e di esercitazioni di ‘tiro a secco’. «Il fatto che non ci sia lo stress del bersaglio di carta davanti permette di mettere a fuoco aspetti come la sensibilità, la concentrazione e il corretto posizionamento del corpo, indispensabile per garantire la giusta stabilità quando si prende la mira. Non nego che questa prolungata tregua agonistica generi un po’ di noia, ma, per il resto, a casa la mia quotidianità non si discosta molto dalla normale routine, con un carico di lavoro che si aggira sulle 3-4 ore al giorno.
Quella che manca, ovviamente, è la pratica, che, come dicevo, rappresenta comunque una componente importante nel tiro».
Lo stop dopo il bronzo europeo
Per Jason Solari, che assieme a Heidi Diethelm Gerber (bronzo olimpico a Rio 2016) è l’unico svizzero qualificato d’ufficio per le gare di Coppa del mondo, lo stop alle competizioni è arrivato a ridosso di importanti appuntamenti: «In particolare è saltata una gara a Pilsen, in Repubblica Ceca, valida anche come qualifica per le Olimpiadi di Tokyo».
La delusione più grossa per il ticinese – che subito prima che le attività si fermassero aveva vinto la medaglia di bronzo ai recenti Europei in Polonia fra gli Élite nella prova a squadre miste in coppia proprio con Heidi Diethelm Gerber – è però un’altra: «La coda lunga della pandemia ha portato alla cancellazione pure dei Campionati del mondo juniores di Suhl, che si sarebbero dovuti svolgere in agosto. Ed è un peccato, perché mi sentivo pronto per l’appuntamento in Germania, che sarebbe stato il mio ultimo Mondiale giovanile. Dentro di me sentivo che avrei potuto fare bene». Per ‘bene’ intendi una medaglia? «Considerando che due anni fa ero arrivato decimo, e l’anno scorso sesto dopo essere stato ammesso alla finale, quest’anno ci sarei andato con l’obiettivo di fare un ulteriore passo avanti: penso che ambire al podio sarebbe stato un obiettivo realistico».
Saltato l’appuntamento iridato, su quali obiettivi ti concentrerai per il resto della stagione? «Posto che prima di tutto occorre sapere quando si riprenderà per davvero l’attività a pieno regime, l’altro grande appuntamento che resta ancora in calendario, almeno per ora, è il Campionato svizzero outdoor».