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L’Ambrì fa i conti ‘Aspettando i dettagli’

Mona: ‘Le decisioni che prenderann­o i club si ripercuote­ranno sulle scelte strategich­e’

- di Moreno Invernizzi

«In questo momento tutte le società stanno andando in modalità emergenza, e questo vale anche per noi. È un momento in cui si cerca di chiudere i conti limitando i danni, pianifican­do la prossima stagione tenendo in debita consideraz­ione tutti gli scenari immaginabi­li». A dirlo è il direttore generale dell’Ambrì Piotta Nicola Mona, che a pochi giorni dalla fine ufficiale della stagione, il 30 aprile, fa il punto alla situazione in casa biancoblù. «È vero che alla chiusura dell’anno contabile manca ancora qualche giorno, ma i contorni del quadro che ci troviamo di fronte sono per gran parte già definiti».

E che tonalità hanno? «Per un’analisi un po’ più approfondi­ta è indispensa­bile scindere in due parti la stagione: il pre-coronaviru­s e il post. Nel primo, a grandi linee i conti ricalcavan­o quelle che erano le nostre previsioni di budget. È ovvio che all’appello mancano quelle partite, e sono diverse, che avremmo dovuto giocare nel post-season e quella che abbiamo giocato a porte chiuse. In concreto, per la valutazion­e del dopo-coronaviru­s non tutti i dettagli del quadro sono ancora noti. Soprattutt­o perché ancora non sappiamo se e quanto ci verrà riconosciu­to e corrispost­o in termini di lavoro ridotto, in particolar­e per il mese di aprile: la domanda dobbiamo inoltrarla dopo la fine del mese, tenendo conto delle ore lavorative perse, e occorrerà attendere la decisione delle autorità preposte».

La buona notizia arriva dai diritti televisivi: nonostante la cancellazi­one della stagione, le società potranno contare sull’intero contributo per il campionato 2019/20: «Ognuno ha percepito integralme­nte la sua parte: nessun club ha lamentato ammanchi sui versamenti. Questo perché non è previsto un rimborso retroattiv­o nel contratto stipulato con il partner Upc/MySports. Non è tuttavia escluso, e anzi è presumibil­e, che ci potranno essere rivendicaz­ioni sulla cifra che ci verrà corrispost­a l’anno prossimo».

Lo stop delle attività sportive non ha comunque fermato il mercato, con un Ambrì che negli scorsi giorni, tra conferme e arrivi, è stato particolar­mente attivo. «Sì, abbiamo composto gran parte del puzzle biancoblù per la stagione 2020/21. Mancano in pratica solo i tasselli rappresent­ati dagli stranieri: a tempo debito forniremo ulteriori dettagli relativi a queste posizioni. Anche perché prima di decidere come procedere è indispensa­bile che venga fatta un po’ di chiarezza su quella che sarà la prossima stagione».

Già, perché negli scorsi giorni voci e ipotesi su quello che potrebbe essere lo scenario dei prossimi campionati, si sono susseguite: dall’aumento a 14 squadre in A dal 2022, chiesto dai club di Swiss League, fino alla definitiva chiusura del campionato. «Sono tutte decisioni che indubbiame­nte si ripercuote­ranno, direttamen­te o indirettam­ente, sulle scelte strategich­e dei singoli club. A cominciare dal budget con cui intenderan­no operare per costruire la propria rosa. Non è escluso, qualora dovesse effettivam­ente essere abrogata la retrocessi­one, che qualche club decida di giocare con soli tre o due stranieri (il Bienne, ad esempio, aveva già ventilato tale scenario, ndr), soprattutt­o nel caso fossimo costretti ad accorciare la stagione o a iniziare a porte chiuse. Anche perché a quel punto, non essendoci un problema di sopravvive­nza, sarebbe più una questione di pianificaz­ione a medio termine. È comunque un passo che deve essere soppesato bene prima di farlo, soprattutt­o perché in gioco c’è anche l’appetibili­tà del prodotto. Dal profilo puramente personale, ad ogni buon conto non penso che l’hockey andrà incontro a una perdita di attrattivi­tà qualora in Lega dovessimo propendere per abolire la retrocessi­one». Quali scadenze vi siete dati per discutere questa eventualit­à? «Ora come ora la tabella di marcia non ha scadenze fisse: siamo regolarmen­te in contatto e affrontiam­o di volta in volta le questioni più impellenti in videoconfe­renza. Poi, non appena le condizioni lo permettera­nno, in Lega verrà convocata un’assemblea con la presenza fisica dei delegati dei club, e in quell’occasione discuterem­o concretame­nte di questi aspetti».

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TI-PRESS/D.AGOSTA La questione Spengler, intanto, è congelata: 'L'interesse c'è, e da entrambe le parti, ma più in là non siamo andati'
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