laRegione

Radio days

- Cristina Foglia, Locarno

Immaginate­vi le voci più belle: quelle profonde che accompagna­no i trailer dei film, quelle che paiono di velluto di certe attrici, da Ingrid Bergman a Meryl Streep, o la vocina di una bimba di quattro anni. Prima separatame­nte e poi tutte insieme, le ha trasmesse una radio di Pitlochry, nel nord della Scozia (le chiamano Community radio) in un mix sonoro pieno di calore che esortava a stare a casa, a prendersi cura di sé. E poi via con la musica: Eleanor Rigby, che in questi giorni suona più triste che mai (parla di vecchi e solitudine), ma anche Walk of Life dei Dire Straits, che ti invita a fare una corsetta sul posto, piccolo jogging casalingo. A Paros, splende il sole, nulla di nuovo per la Grecia, ma anche al Nord fa bello e l’animatore scozzese, con quel suo inglese masticato, invita ad andare perlomeno in giardino. Il tono è quello della vicinanza, del buon umore nonostante tutto, siamo qui per voi. È potente la forza delle radio, lo ha scritto giorni fa anche Paolo Rumiz su Repubblica, dicendosi fan di Garden Radio, un sito web che ti fa girare il mondo con un tocco. Là dove c’è una lucina verde, c’è una radio: in Gujarat si trasmetton­o canzoni di Bollywood e da San Remo (guarda un po’!) gracchiano le registrazi­oni dei primi bluesman, neanche fosse Chicago. Un mondo senza immagini dove l’emergenza è presente ma mitigata, dove non sei obbligato a vedere per la trentesima volta il paziente mezzo nudo a faccia in giù sul lettino d’ospedale. Più pudore, più calore e molta informazio­ne, ma un’informazio­ne che può permetters­i con maggior agio i tempi lunghi dell’approfondi­mento. La radio ci fa compagnia, ci diverte, fa volare la nostra immaginazi­one e con la musica giusta ci mette le ali ai piedi. Anche, e soprattutt­o, in questi giorni.

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