laRegione

‘La ripartenza dipende da noi’

La Scm guarda alla riapertura dell’11 maggio tra tanti timori e poche certezze

- Di Prisca Colombini

«Abbiamo una gran voglia di lavorare, ma i dubbi sul futuro sono tanti». A due settimane dalla riapertura di tutti i negozi, ristorazio­ne esclusa – a meno che mercoledì il Consiglio federale non confermi la data dell’11 maggio – la Società commercian­ti del Mendrisiot­to (Scm) si sta preparando a quella che si preannunci­a come una vera sfida per tutti i suoi associati. «Come commercian­te apro con vari timori sia dal punto di vista sanitario che commercial­e – ci spiega il presidente della Scm Carlo Coen –. Adesso come adesso non sappiamo cosa aspettarci: forse l’unica cosa certa è che quando riapriremo non ci sarà la fila». Negli ultimi giorni Coen si è confrontat­o con le altre società commercian­ti del Cantone. «L’idea è quella di riaprire a scaglioni e non al 100 per cento già dal primo giorno», anche perché i negozianti dovranno fare i conti con la presenza del coronaviru­s e con le norme di igiene e di distanza sociale che dovranno essere applicate nelle varie attività. «Ci stiamo facendo preparare delle offerte da aziende locali – sottolinea il presidente –. Offerte che gireremo ai vari soci. Le domande sul cosa dover avere in negozio per essere pronti sono molte ma non abbiamo ancora direttive precise in merito. Non possiamo aspettare l’ultimo giorno».

Carlo Coen non ha dubbi. «La ripartenza dipende da noi, dai ticinesi – spiega –. Chi, in queste settimane, è passato nelle vie delle grandi città e ha visto il vuoto, deve capire che le attività commercial­i sono un’anima sociale punto di aggregazio­ne. È importante che il giorno in cui ci sarà il ‘liberi tutti’ abbiano un occhio di riguardo per le attività del loro territorio e non corrano subito altrove». Il presidente della Scm lo sostiene da anni. «Alimentari a parte, in Ticino ci sono tante altre categorie che offrono prezzi molto concorrenz­iali. Se si vogliono ancora delle attività commercial­i, queste vanno sostenute. Altrimenti il deserto dettato dalla pandemia, diventerà normalità».

Riflession­i sul da farsi

Le attività commercial­i sono chiuse da due mesi. C’è chi, come lo stesso Coen, ha deciso di farlo prima delle direttive cantonali. In queste settimane la Scm non ha mai smesso di lavorare. «Le fatture da pagare sono tante e dopo due mesi di chiusura senza incassare un franco la situazione è dura – annota il presidente –. Molti commercian­ti che ho sentito stanno riflettend­o sul da farsi, chiedendos­i se vale veramente la pena indebitars­i per riaprire o se convenga di più chiudere per ricomincia­re da capo senza debiti alle spalle». Fornire una cifra esatta su quanti negozi nel distretto potrebbero non riaprire è attualment­e prematuro. «Si parla molto delle fideiussio­ni, ma al momento l’unica cosa concreta è che se vuoi riaprire, devi indebitart­i. Visto che la situazione non era rosea già prima del coronaviru­s, in tanti si stanno chiedendo se oltre alle spese precedenti, potranno far fronte anche a questo debito». Carlo Coen sottolinea che «si parla molto degli aiuti, ma l’aiuto concreto è per il momento ben poco: il lavoro ridotto aiuta i dipendenti e può contribuir­e a salvare molti posti di lavoro, ma i proprietar­i continuano ad avere i loro problemi, uno su tutti l’affitto: basti pensare che sono tre – marzo, aprile e maggio – quelli che bisogna sostenere da inizio pandemia, senza avere incassato nulla». Visto che il debito ammonta al 10 per cento del proprio utile, «i soldi serviranno unicamente per coprire queste spese». A mente del presidente della Scm «il debito deve servire unicamente per la ripartenza, per dare liquidità alle piccole-medie imprese che potranno così acquistare merce nuova e prepararsi anche dal punto di vista sanitario alla ripartenza».

Chiasso e Mendrisio al lavoro Proprio per guardare al dopo coronaviru­s e alla ripartenza, a Chiasso è stato creato un gruppo di lavoro misto che include gli attori economici locali. Dopo alcune teleconfer­enze, «a breve comincerem­o a riunirci – continua Carlo Coen –. Chiederò la creazione di sottogrupp­i di lavoro per varie categorie, con un municipale quale capogruppo, per poter formulare in tempi brevi proposte precise e mirate per i singoli gruppi». Proposte che saranno poi da portare in una riunione generale del gruppo. Carlo Coen intende anche proporre che «la cifra che verrà stanziata per i commerci – cifra che al momento non è ancora stata stabilita, sul tavolo c’è una mozione del Ppd che proponeva 1 milione di franchi, ndr –, «venga suddivisa in due parti: aiuti concreti per il pagamento delle spese fisse e iniziative di rilancio». Tra queste, si potrebbe ipotizzare «l’estensione della consegna a casa della spesa a quella della merce delle attività commercial­i di Chiasso». Questo «almeno per i primi tempi, dato che ci sarà il timore di uscire di casa». Passando a Mendrisio, «purtroppo per ora non ho avuto molti contatti e questo per la Scm è fonte di preoccupaz­ione perché vogliamo assolutame­nte ottenere aiuti anche per i commerci di Mendrisio». Carlo Coen auspica quindi un incontro con il Municipio e l’Ufficio del promovimen­to economico «per valutare aiuti supplement­ari». Tema che, a mente del presidente, dovrebbe essere introdotto all’ordine del giorno degli incontri intercomun­ali «perché anche gli altri comuni del Distretto hanno delle attività commercial­i». La Scm auspica infine anche un coinvolgim­ento a livello cantonale, nell’ambito della task force istituita per la promozione del turismo locale. «Spero venga creato un sottogrupp­o in cui possa esserci Federcomme­rcio o qualche rappresent­ante delle piccole attività», conclude Carlo Coen.

 ?? TI-PRESS ?? Corso San Gottardo è pronto a riaccoglie­re i clienti
TI-PRESS Corso San Gottardo è pronto a riaccoglie­re i clienti
 ?? TI-PRESS ?? Carlo Coen, presidente della Scm
TI-PRESS Carlo Coen, presidente della Scm

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland