A proposito delle Otr
Stimolato dall’interessante articolo del signor Garzoli aggiungo queste mie considerazioni. Premetto che sono di parte. Rappresento Upris, l'unica associazione ticinese che cura gli interessi dei proprietari di rustici e immobili secondari. Quindi mi riferisco in particolare agli indigeni, che non sono gli indiani attesi con i cinesi dagli albergatori, ma sono i ticinesi che finanziano con le tasse dirette ed indirette gli enti turistici. La rappresentazione del variegato territorio delle Alpi e Prealpi ticinesi ben illustrato dal signor Bang, composto da mete alpinistiche di vario tipo, alpeggi, capanne e laghetti è del tutto condivisibile. Dopo anni di abbandono delle valli dal parte delle Otr, tutte concentrate sui grandi attrattori per un turismo industriale, quali festival e altri molteplici eventi, è legittimo e plausibile il tentativo di un rilancio della Sonnenstube ticinese. Ma è come chiudere la stalla quando i buoi sono scappati. Alla domanda “se le Otr servono?” si potrebbe rispondere con sufficienza di no. Infatti dall’evoluzione dei pernottamenti, rilevata dal Rapporto del Gc del 2013, si può dedurre che quando le Otr non c’erano il turismo era in crescita, mentre con la loro entrata in attività è iniziato il costante declino con percentuali a due cifre. Ma evidentemente il problema è più complesso. Da ultimo sfugge all'opinione pubblica che la declamata manutenzione dei sentieri, affidata dallo Stato alle Organizzazioni turistiche, viene finanziata unicamente con il prelievo delle tasse sui letti freddi, a carico dei soli proprietari di case secondarie. Tasse che le Otr sono autorizzate a definire secondo il proprio fabbisogno. Proprio la richiesta del cambio del sistema di gestione del turismo, ha prodotto la raccolta delle firme concretizzata nella Petizione di Upris del 3 ottobre 2019 indirizzata al CdS. A quest’ultimo è stato inoltrato di recente un corposo rapporto per la modifica della Legge sul turismo al quale tra non molto verrà data pubblica informazione.