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Nipotini nelle braccia dei nonni

Rischio praticamen­te nullo fino ai 10 anni, afferma Daniel Koch. Sconsiglia­ta la custodia.

- Di Stefano Guerra/Ats

I bambini, diversamen­te dai genitori, non sono grandi vettori del virus e di rado si ammalano; i nonni possono dunque tornare ad abbracciar­e i nipoti. A dare luce verde a una pratica proscritta da diverse settimane è Daniel Koch, l’alto funzionari­o della Confederaz­ione in prima linea sul fronte coronaviru­s. Le sue dichiarazi­oni – rilasciate a ‘Grosselter­n’, mensile dedicato appunto ai nonni, riprese ieri mattina dall’agenzia Keystone-Ats e in seguito rimbalzate su tutti i media svizzeri – giungono a due settimane dalla riapertura delle scuole dell’obbligo e suscitano un certo scalpore. O quantomeno confusione. La consegna ufficiale (evitare i contatti intergener­azionali) resta infatti in vigore. Pochi giorni fa, per giunta, in un video pubblicato sul canale YouTube del Cantone il medico cantonale Giorgio Merlani aveva affermato: “Non si può abbracciar­e il nonno. Non ancora”.

Per questo ieri pomeriggio Koch è stato subissato di domande durante una conferenza stampa a Berna. Se l’aspettava, ha detto il 65enne con la consueta flemma. I bambini praticamen­te non vengono contagiati e non trasmetton­o il coronaviru­s, ha ribadito. Da loro non deriva quindi alcun rischio, nemmeno per persone con malattie pregresse e over 65, nonni compresi. È pertanto “del tutto legittimo” che questi ultimi possano avere contatti con i nipoti.

Le affermazio­ni di Koch si basano sul parere espresso da infettivol­ogi degli ospedali pediatrici di Zurigo, Berna e Ginevra, “che conoscono la situazione meglio di noi negli uffici”. Ma in assenza di studi che giungano a conclusion­i definitive, il ruolo esatto che hanno i bambini nella trasmissio­ne del nuovo coronaviru­s resta controvers­o sul piano scientific­o. Di ieri è ad esempio la notizia che nel Regno Unito un numero crescente di piccoli viene ricoverato in terapia intensiva a causa di uno stato infiammato­rio dei vasi sanguigni, sintomi potenzialm­ente correlati al Covid-19.

Contatti fisici sì, custodia no

C’è comunque un limite. Anzi due. Il primo è che i contatti fisici tra nonni e nipoti possono avvenire senza alcun problema fino ai 10 anni d’età circa. Da lì in poi il rischio aumenta. Con adolescent­i o giovani adulti tali contatti non sono auspicabil­i, ha puntualizz­ato ‘Mister Coronaviru­s’. Il secondo concerne la natura dei contatti. Se quello corporeo, fino ai 10 anni, è oramai consentito, non lo è invece l’affidament­o in custodia: “Lo sconsiglia­mo, perché condurrebb­e automatica­mente a mescolare le generazion­i”. La prima volta che i genitori portano i piccoli dai nonni magari sono disciplina­ti, ma la terza volta si beve già il caffè assieme, ha detto Koch. Si dimentica di mantenere le distanze, e così i genitori possono infettare i nonni. Nell’intervista a ‘Grosselter­n’, Koch sconsiglia ad esempio di andare tutti nel bosco per poi fermarsi a grigliare: il pericolo è che non si riesca a mantenere le distanze e che si cada molto rapidament­e in vecchi schemi di comportame­nto. “Per questo diciamo che le generazion­i dovrebbero continuare a tenersi separate. I nonni dovrebbero andare a passeggiar­e da soli, ma hanno il permesso di tenere in braccio i loro nipoti. Non rischiano nulla”. Secondo il 65enne gli anziani devono continuare a seguire queste raccomanda­zioni e a fare attenzione a non infettarsi. “Naturalmen­te devono poter uscire ogni tanto e godersi il sole. Ma tutto il resto va evitato, anche se i negozi cominciano ora a riaprire. Quindi forse non andrei necessaria­mente dal parrucchie­re”.

Molti nonni ‘vivono per questo’

Per il delegato Covid-19 dell’Ufsp, in ogni caso, per molti nonni il fatto di poter vedere o abbracciar­e i nipoti è moralmente importante. Non poterlo fare è “un vero problema”. Molte persone “vivono per questo”, ha sottolinea­to in conferenza stampa. Non dovrebbe valere il principio di precauzion­e, fintanto che non è scientific­amente provato che i bambini sono un pessimo vettore del virus? Il principio vale ma al contrario, ha spiegato il funzionari­o. Nel senso che sarebbe sbagliato vietare a persone che già soffrono molto per la situazione di avere qualsiasi contatto con i bambini, visto che questi non rappresent­ano alcun rischio.

Però “vale la pena aspettare un po’", ha dichiarato ancora Koch nell’intervista a ‘Grosselter­n’. “Perché se le cose continuera­nno a evolvere come sono andate nelle ultime settimane, il rischio sarà sempre minore. E quando il rischio sarà davvero limitato, tutto tornerà ad essere molto più normale. Già in un paio di settimane potremo valutare molto meglio la situazione”. Per la custodia dei nipoti da parte dei nonni non si dovrà comunque aspettare il vaccino. “Quando in estate si vedrà che il rischio è abbastanza ridotto per gli anziani e che si hanno sotto controllo i vari focolai di infezione, allora alcune cose saranno di nuovo possibili per la popolazion­e anziana”, spiega lo specialist­a.

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TI-PRESS Resta fondamenta­le mantenere le distanze tra genitori e nonni

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