‘Massima prudenza con i nipotini’
Alessandro Diana, pediatra infettivologo, sul via libera agli abbracci con i nipotini
Alessandro Diana, pediatra e infettivologo, non condivide il via libera agli abbracci tra nonni e nipoti fino a 10 anni. E ci spiega come può avvenire un incontro in tutta sicurezza.
Continua a far discutere il via libera agli abbracci tra nonni e nipotini dato lunedì da ‘Mister coronavirus’ Daniel Koch (cfr. ‘laRegione’ di ieri). Oggi è attesa una presa di posizione del medico cantonale ticinese Giorgio Merlani. E stando a nostre informazioni, anche lo stesso Koch potrebbe correggere il tiro alla conferenza stampa del Consiglio federale prevista nel pomeriggio. ‘laRegione’ ha chiesto al dottor Alessandro Diana, pediatra infettivologo alla clinica ‘Grangettes’ e docente all’Università di Ginevra, di fare un po’ di chiarezza.
Koch afferma che i bambini non s’ammalano quasi mai di Covid-19 e soprattutto non lo trasmettono. Possiamo esserne così sicuri?
Oggi, 28 aprile 2020, no. Le conoscenze scientifiche attuali non ci permettono di essere tanto perentori. Sarei molto più prudente.
Fino a pochi giorni fa, sia il medico cantonale ticinese Giorgio Merlani che lo stesso Koch sconsigliavano gli abbracci tra nonni e bambini. Adesso invece Koch dice che non c’è alcun problema. Come la mettiamo?
Anch’io fino a sette giorni fa dicevo la stessa cosa. Sulla base degli elementi che avevamo a disposizione – in sostanza, i risultati dei tamponi Covid – quelle affermazioni non erano sbagliate. Ci rendevamo conto, infatti, che il fardello del bambino era davvero basso; e che nella stragrande maggioranza dei casi il virus veniva trasmesso loro dai genitori. Poi però le carte sul tavolo sono cambiate.
In che senso?
Qui a Ginevra abbiamo avuto tre casi di bambini che presentavano dolori addominali e manifestazioni cutanee, ma non i sintomi ‘classici’ del Covid19 (difficoltà respiratorie, raffreddore, mal di gola ecc.). Sono risultati negativi al tampone, ma poi positivi al test sierologico. Se fin qui, sulla base di un esito negativo del tampone, affermavamo che i bambini in pratica non si ammalavano, ora – alla luce dei risultati dei test sierologici che ‘contraddicono’ quelli del tampone – questo non lo possiamo più fare. Anzi: dobbiamo dire ormai che ci sono bambini che, dopo un test negativo, hanno una sierologia positiva e che sono malati di Covid-19. Lanciamo perciò un’allerta. L’impressione è che vi sia un ‘Coronagraben’ (‘fossato del corona’, ndr). Oltre Sarine, i colleghi svizzero-tedeschi dicono di non avere avuto casi di bambini malati di Covid. Però, si sa, si trova solo quel che si cerca. L’auspicio è che l’intera comunità pediatrica in Svizzera cominci a cercare più attivamente questi casi con i test sierologici, che vanno però validati.
Torniamo a Koch. È stato precipitoso?
Il problema è che oggi fa un’affermazione che, molto probabilmente, tra una settimana verrà messa in dubbio e che tra due potrà perfino risultare falsa. È un peccato, perché so che lui è un bravo epidemiologo e che all’Ufficio federale della sanità pubblica si stanno facendo in quattro. Questo Covid non lo conosciamo. Koch perciò avrebbe fatto meglio a non dire ancora nulla al riguardo e a invitare invece alla precauzione, ribadendo con maggior forza che molti nonni appartengono a una categoria a rischio e facendo semmai passare il seguente messaggio: “Se i genitori vogliono proprio portare i nipotini dai nonni, che lo facciano: ma con tutte le precauzioni del caso, senza abbracci, rispettando le norme d’igiene e la distanza sociale”. Altrimenti il risultato è che uno non ci capisce più nulla: “Ma come, mentre mi raccomandano di rispettare la distanza sociale, mi dicono anche che posso abbracciare il nonno?”.
Le scuole dell’obbligo riaprono tra meno di due settimane. Dobbiamo preoccuparci?
Non sarei tanto preoccupato per i bambini al di sotto dei 10 anni. Ma i bambini di quell’età che vanno a scuola creano movimento nella società: molti di loro dovranno essere accompagnati dai genitori, molti genitori non hanno un’automobile per farlo e quindi utilizzeranno i mezzi pubblici. E molti genitori in giro creano occasioni per il virus di fare degli incontri.
Contatto fisico con i nipotini sì, affido dei nipotini no, rispetto della distanza sociale. Nonni, genitori e nipotini hanno buone ragioni per sentirsi disorientati. Quale consiglio può dare loro?
La lontananza dai propri cari è pesante per molti anziani. Però inviterei veramente alla massima prudenza i nonni, in particolare quelli che non hanno solo l’età come fattore di rischio, ma anche malattie come il diabete, che soffrono di ipertensione, obesità o che assumono immuno-soppressori. Bisogna continuare a rispettare la distanza sociale di due metri e le regole d’igiene, anche per quei nonni che vivono in casa con figli e nipoti.
Quindi niente caffè o merenda assieme?
I miei figli l’altro giorno sono andati a trovare la nonna. Lei, molto timorosa, s’è affacciata alla finestra. Ci siamo salutati e abbiamo chiacchierato a tre metri di distanza. Vive al pianterreno, e ha messo la tazzina del caffè sul davanzale. Quando l’ho afferrata, la nonna si è ritirata di un paio di metri.
E della tazzina del caffè, cosa ne ha fatto?
Deve averla presa con un fazzoletto e buttata (ride, ndr). Scherzi a parte. La raccomandazione è: non usare le stesse stoviglie, lavarle dopo averle usate. E se alla fine ho del virus sulle mani, basterà che me le lavi o me le disinfetti immediatamente, senza prima portarle alla bocca, al naso o agli occhi.