laRegione

Il Dfe rassicura, Unia chiede di più

- Di Lorenzo Erroi

Appena ieri si è celebrata la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, inevitabil­mente dominata dalla preoccupaz­ione per i contagi. Ora che l’attività economica torna a regime, cosa si sta facendo per evitare che aziende e cantieri non diventino incubatori di nuovi focolai? L’Ufficio dell’ispettorat­o del lavoro (Uil) «è intervenut­o a livello sistemico, interpella­ndo le associazio­ni di categoria e le direzioni della grande distribuzi­one affinché esse, a loro volta, intervenis­sero con le aziende circa le misure igieniche accresciut­e e di distanziam­ento sociale da adottare», risponde Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia; «in questo senso, l’informazio­ne ai lavoratori e alle lavoratric­i attraverso un dialogo costante è centrale e il ruolo delle associazio­ni di categoria accresciut­o, in quanto si occupano di sostenere le aziende con consigli e indicazion­i utili per i rispettivi settori». Quanto ai controlli, l’Uil «funge da punto di riferiment­o per il coordiname­nto con tutte le forze che sono state messe in campo, tra le quali gli ispettori della Suva e la polizia con cui, quando è necessario, vengono fatti interventi congiunti. Il sistema è rodato e funziona bene. Collaboria­mo positivame­nte anche con le Commission­i paritetich­e e i sindacati», che «fanno pervenire all’Uil le loro segnalazio­ni».

Circa un migliaio i controlli effettuati finora. Rizzi nota che «generalmen­te hanno dato un responso positivo e si riscontra un buon livello di rispetto delle regole». Poche le infrazioni rilevate, al netto delle intimazion­i di chiusura imposte a una trentina di aziende non autorizzat­e, quando ancora si era in una fase di chiusure generalizz­ate. A conti fatti «il mondo economico ha risposto con grande senso di responsabi­lità: le poche non conformità

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