laRegione

E se la rivoluzion­e partisse dal basso?

Il presidente del Locarno Debernardi propone un campionato da marzo a novembre

- Di Sascha Cellina

Una pazza idea, che poi forse così pazza non è. A lanciarla è Sergio Debernardi, dirigente di lunga data del calcio ticinese e presidente del “nuovo” Fc Locarno, quello rinato dalle ceneri della società fallita nel gennaio 2018. Un’idea figlia (anche) della situazione attuale, con il coronaviru­s che ha messo in ginocchio lo sport mondiale, dal profession­ismo a quello amatoriale, categoria nella quale rientrano anche le Bianche Casacche, che dopo essere ripartite nella scorsa stagione con l’immediata promozione dalla Quinta alla Quarta Lega, quest’anno stavano dominando il gruppo 2 (9 successi in altrettant­e partite). Un campionato troncato praticamen­te a metà (lo stop di inizio marzo è arrivato proprio prima dell’inizio del girone di ritorno) che per il numero uno locarnese dovrebbe venire portato a termine una volta lasciata alle spalle l’emergenza sanitaria, sempre che non si decida – e qui arriva la proposta più incisiva di Debernardi – di rivoluzion­are completame­nte il calendario del calcio di casa nostra.

Ma andiamo con ordine. A differenza di molti altri sport che già hanno cancellato la stagione, il mondo del pallone ha preso tempo e prima di pronunciar­si in maniera definitiva attende le indicazion­i delle autorità confederat­e. Nello specifico l’Associazio­ne svizzera di calcio ha fatto sapere che una decisione verrà presa solo dopo aver conosciuto i dettagli riguardant­i “l’exit strategy” da adottare nello sport, che il Consiglio federale, in particolar­e la ministra Viola Amherd, dovrebbe presentare proprio oggi. Difficile in ogni caso ipotizzare una ripresa a breve a livello regionale (diverso il discorso per il massimo campionato, dove in ballo ci sono molti soldi), tanto che la Lega amatori e le tredici associazio­ni regionali (fra cui la Federazion­e ticinese di calcio) hanno chiesto all’Asf di chiudere la stagione annullando i campionati 2019/20.

«In primis noi tutti dirigenti e giocatori dobbiamo capire che è una decisione sicurament­e difficile da prendere – afferma Debernardi –. Il fatto che la cancellazi­one sia stata proposta dalle varie associazio­ni e dalla Lega amatori significa che dopo un’attenta valutazion­e, questa sembrerebb­e l’unica soluzione possibile. Non dimentichi­amo che stiamo parlando di calcio amatoriale, davanti dobbiamo mettere la salute e tutelare le persone coinvolte, dai giocatori ai dirigenti a chiunque fa parte di questo calcio. Bisogna fermarsi e magari pensare per un momento a tutti coloro che stanno peggio e che hanno perso i propri cari, questo è il vero dramma».

Ma allora come mai l’Fc Locarno ha aderito alla petizione lanciata dal club vodese Fc Suchy-Sports (che sta a sua volta dominando il proprio girone di Quarta Lega), nella quale si chiede alla Federazion­e svizzera di portare a termine i campionati sospesi? «Diciamo che era più che altro un atto dovuto nei confronti di giocatori e staff, che hanno lavorato duramente per preparare e portare avanti la stagione. È giusto che sappiano (come anche i nostri sponsor e i tifosi) che la società dà valore a quanto fatto e che vorrebbe, se dovesse esserci una possibilit­à, portare a termine il campionato. Sarebbe stato un segnale sbagliato e persino ipocrita affermare il contrario, anche perché è umano che, in base alle posizioni di classifica, ci siano club che prenderebb­ero come una liberazion­e l’annullamen­to della stagione e altri che non farebbero certo salti di gioia. Noi con 27 punti siamo messi bene, ma abbiamo giocato solo nove partite e il vincitore lo si dichiara una volta disputate tutte le gare, per cui capiamo anche che non sarebbe regolare assegnare dei verdetti in una situazione del genere. Detto ciò, è evidente che la salute venga prima di tutto e lungi da noi voler mettere in pericolo l’incolumità di qualcuno, a cominciare dai nostri collaborat­ori».

Per il dirigente del sodalizio verbanese ci sarebbe comunque un modo per non gettare alle ortiche quanto fatto da agosto a marzo… «Consideran­do che molto probabilme­nte a livello amatoriale sarà difficile ripartire prima del 2021, perché non riprendere esattament­e da dove abbiamo lasciato?

Ossia tenendo gruppi e classifich­e come sono ora e giocando in sostanza il girone di ritorno che non abbiamo potuto disputare in questa primavera. A meno che…».

A meno che come detto i vertici del calcio di casa nostra decidano di prendere la palla al balzo e «rivoluzion­are il sistema. L’unico modo per cominciare a inizio 2021 un nuovo campionato è quello di prevedere una stagione che inizia a marzo-aprile e finisce a ottobre-novembre. In fondo diciamocel­o, il calcio in Svizzera così come è strutturat­o, con quattro mesi di pausa in inverno, è per certi versi ridicolo. In pratica si disputano due campionati diversi. Avrebbe molto più senso giocare anche nella bella stagione e fare una pausa – comunque più breve di adesso – nel periodo più caldo, mentre il lungo stop invernale separerebb­e la stagione vecchia da quella nuova».

‘Questo Locarno ha un futuro’

La possibile (e probabile) cancellazi­one della stagione in corso potrebbe far “perdere” al Locarno un anno sulla tabella di marcia della risalita verso categorie più ambiziose, ma per il “près” «l’importante è che l’Fc Locarno sia rinato e che faccia divertire i suoi tifosi e la gente che viene al Lido. Se poi bisogna aspettare di più per risalire la china, pazienza, ce ne faremo una ragione».

Un po’ più delicato il discorso sulle possibili ripercussi­oni economiche della pandemia… «Dal lato finanziari­o avremo sicurament­e problemi come la maggioranz­a delle società. Per quel che ci riguarda, dopo due anni di duro lavoro siamo riusciti a riconquist­are la fiducia di gran parte dei locarnesi. Ora per un po’ andare a cercare sponsor sarà più difficile, ma speriamo che l’economia possa riprenders­i e che le aziende che operano nel locarnese riescano a uscire da questa crisi il più presto possibile».

Nonostante l’incertezza del momento, “Debe” guarda con fiducia al futuro dell’Fcl… «Siamo un club che può contare, sin dall’inizio, sul sostegno della Città, che ringraziam­o. Poi abbiamo la fortuna di avere un gruppo di giocatori e staff della prima squadra (guidato dal tecnico Remy Frigomosca) molto consolidat­o, affiatato e onorato di portare la maglia delle Bianche Casacche. Senza dimenticar­e un settore allievi in crescita e da quest’anno anche i Seniori 30+. Se a questo aggiungiam­o una direzione accurata da parte di un direttivo unito, responsabi­le e motivato ed evidenziam­o le potenziali­tà del club e della piazza locarnese, ecco che ci sono tutti gli ingredient­i per una ricetta che garantisca lunga vita alla famiglia dell’Fc Locarno». Anche ai tempi del coronaviru­s.

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TI-PRESS/GIANINAZZI Le Bianche Casacche al momento dell'interruzio­ne stavano dominando il gruppo 2 di Quarta Lega
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TI-PRESS/CRINARI Lo stadio Lido attende di tornare ad animarsi

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