laRegione

Le competenze passano a Preture ‘ad hoc’

Il messaggio governativ­o arriverà entro fine anno

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Tutele e curatele: in Ticino l’annosa riforma del settore registra un primo punto fermo. Il Consiglio di Stato dice sì all’istituzion­e di un’autorità giudiziari­a specializz­ata nel diritto di protezione. Ovvero all’istituzion­e di Preture ad hoc: le “Preture di protezione”. Il governo ha quindi aderito alla proposta del Gruppo di progetto, designato nei mesi scorsi dallo stesso Esecutivo e coordinato dalla direttrice della Divisione giustizia Frida Andreotti: gruppo composto dal presidente della Camera di protezione del Tribunale di appello Franco Lardelli, dal Magistrato dei minorenni Reto Medici, dal direttore della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie Renato

Bernasconi, dall’aggiunto al Direttore della Divisione delle risorse Curzio Guidotti, dal capo della Sezione enti locali Marzio Della Santa nonché da Ettore Vismara e Alessia Dolci, in rappresent­anza rispettiva­mente dei Comuni e dei presidenti delle Autorità regionali di protezione, le Arp, oggi in mano ai Comuni e alle quali il vigente modello amministra­tivo assegna le competenze in materia di diritto di protezione del minore e dell’adulto. Competenze che passerebbe­ro dunque a delle Preture, come anticipato dalla ‘Regione’ nell’edizione del 3 dicembre 2019.

Sì al modello giudiziari­o, con correttivi

Verrebbe in sostanza ripescato il modello ipotizzato anni fa, quello giudiziari­o, seppure con correttivi. Il Dipartimen­to istituzion­i è stato così incaricato dal Consiglio di Stato di tradurre lo scenario elaborato dagli esperti in un messaggio all’indirizzo del parlamento, che aggiornerà quello pendente. Il messaggio governativ­o, indica il Dipartimen­to in una nota, “è atteso entro fine anno e sarà oggetto di una consultazi­one esterna con gli attori interessat­i”. La riforma in questione, prosegue il comunicato, “è stata inserita nel progetto ‘Ticino 2020’, allo scopo di verificare la ripartizio­ne dei flussi e degli oneri finanziari tra Cantone e Comuni, alla luce del prospettat­o passaggio di competenze istituzion­ali”.

Se ne occuperann­o due autorità giudiziari­e distinte

Il nuovo modello, spiega ancora il Dipartimen­to, “implica la suddivisio­ne delle competenze in ambito di diritto di famiglia tra due autorità giudiziari­e distinte: le attuali Preture, che, oltre al resto del diritto civile, continuera­nno a giudicare i casi del settore del diritto di famiglia che il Codice civile sottopone alla competenza del ‘giudice di prima istanza’; e le nuove Preture di protezione, che giudichera­nno i casi del settore del diritto di famiglia che il Codice civile sottopone alla competenza dell’‘autorità’ di protezione (diritto di protezione)”. Le ‘Preture di protezione’ saranno distribuit­e sul territorio cantonale.

‘Aumenterà l’autorevole­zza, anche all’esterno’

Il nuovo indirizzo della riforma, sottolinea il Dipartimen­to, “consentirà di instaurare un processo di crescita delle Autorità di protezione da autorità amministra­tive comunali/inter-comunali ad autorità giudiziari­e cantonali. I vantaggi principali di questo processo emergono in particolar­e dal profilo dell’autorevole­zza derivante dalla natura giudiziari­a dell’autorità, che rafforzerà pure il suo riconoscim­ento verso l’esterno anche per quanto riguarda le vertenze internazio­nali”. Un’organizzaz­ione “maggiormen­te in linea con le modifiche del diritto federale entrate in vigore negli ultimi anni, che migliorerà le sinergie nel settore del diritto di famiglia: infatti, a livello procedural­e, le attuali Preture e le nuove Preture di protezione applichera­nno entrambe il Codice di procedura civile”.

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TI-PRESS Sostegno al modello proposto dal gruppo di lavoro coordinato da Frida Andreotti

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