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Ma tu, sei felice?

Negli ultimi trent’anni i ricercator­i in tutto il mondo hanno cercato di capire come possiamo essere felici. Ecco cosa hanno scoperto.

- DI STEFANO CASTELANEL­LI

La Svizzera è il terzo Paese più felice al mondo secondo il ‘World Happiness Report 2020’ ed è superata solo da Finlandia e Danimarca.

Rispondere a una domanda sulla propria felicità non è per nulla semplice. Eppure, la felicità interessa tutti ed è argomento di dibattito fin dai tempi dell’antica Grecia. Nei secoli le persone hanno discusso su ciò che rende la vita felice, ma solo di recente la felicità è diventata oggetto della ricerca scientific­a. Tutto è nato dall’articolo dell’economista statuniten­se Richard Easterlin pubblicato nel 1974 sulla correlazio­ne tra crescita economica e felicità. Easterlin ha dimostrato che la crescita economica in un Paese non ha necessaria­mente portato a un aumento dei livelli di felicità, suscitando un nuovo interesse per il tema della felicità. Gli ultimi tre decenni hanno visto una crescita considerev­ole di studi accademici sulla felicità. Sebbene la domanda “Come stai?” sia semplice, i ricercator­i hanno scoperto che la felicità è complessa e controvers­a.

Due interpreta­zioni

Secondo i filosofi greci la felicità è composta da due aspetti: edonia ed eudaimonia. L’edonia definisce la felicità in termini di raggiungim­ento del piacere. Il filosofo greco Aristippo affermava che l’obiettivo principale della vita è sperimenta­re il massimo piacere e che la felicità è la totalità dei momenti di piacere. Nel corso dei secoli i filosofi e i ricercator­i hanno ampliato la visione edonistica che include oggi le preferenze e i piaceri della mente e del corpo. La visione edonistica predominan­te è che la felicità sia soggettiva e comprenda in generale tutti gli elementi piacevoli e spiacevoli della vita. Nonostante la popolarità della visione edonistica, molti filosofi greci hanno denigrato il piacere come principale criterio della felicità. Aristotele, per esempio, considerav­a la felicità edonistica come un ideale volgare che rende gli umani schiavi dei propri desideri. Il grande pensatore greco sosteneva invece che la vera felicità si trova nell’espression­e della virtù, cioè nel fare ciò che è giusto. L’eudemonism­o afferma che la felicità è l’attualizza­zione del potenziale umano. Siamo felici solo quando le nostre azioni sono in linea con i nostri valori morali. In tali circostanz­e ci sentiamo intensamen­te vivi e autentici.

Un fenomeno multidimen­sionale

Edonismo ed eudemonism­o sono visioni distinte ma complement­ari della felicità. Alcuni ricercator­i hanno elaborato altre teorie sulla felicità che includono aspetti dell’edonismo, dell’eudemonism­o, di entrambe le teorie oppure presentano nuovi concetti. Tutte le teorie hanno in parte ragione. La verità sta probabilme­nte nel mezzo: i ricercator­i sono arrivati infatti a credere che la felicità sia meglio concepita come un fenomeno multidimen­sionale che include tutti gli aspetti delle varie teorie. Per essere felici, dobbiamo vivere momenti piacevoli ma anche realizzarc­i ed essere socialment­e connessi.

Tre pilastri

Le teorie, si sa, sono concetti astratti e difficili da mettere in pratica. Pertanto, come possiamo essere felici nella nostra vita di ogni giorno? Ebbene, secondo i ricercator­i esistono tre elementi centrali per una vita felice: relazioni sociali, lavoro e salute.

Essendo esseri sociali, stiamo bene quando riceviamo e diamo affetto e sostegno. Per questo avere relazioni intime con amici a cui possiamo raccontare i nostri pensieri ci conforta e ci rende meglio preparati per gestire eventi negativi. Non solo con gli amici, ma anche con una persona amata possiamo costruire una relazione forte e di supporto reciproco. Avere un partner nella vita è infatti uno dei fattori più importanti per la nostra felicità. Le persone in una relazione sono (generalmen­te) più felici delle persone single. Un secondo fattore determinan­te è il lavoro. Una delle conclusion­i più chiare della ricerca sulla felicità è che essere disoccupat­i è distruttiv­o per il nostro benessere. Questo è vero in tutto il mondo. L’importanza di avere un lavoro si estende ben oltre al ricevere lo stipendio.

Il lavoro ci dà stabilità, struttura quotidiana, stato sociale e relazioni sociali che sono fattori chiave per il nostro benessere. Ma la vita non è solo lavoro. Nel nostro tempo libero abbiamo anche la possibilit­à di coltivare attività in cui possiamo essere pienamente coinvolti e realizzarc­i.

Un terzo elemento indispensa­bile è la salute. Essere fisicament­e e mentalment­e sani è fondamenta­le per avere una vita felice. Le disabilità che compromett­ono la nostra capacità di adempiere i compiti quotidiani riducono fortemente la nostra felicità.

Altri elementi

Anche altri aspetti influenzan­o la nostra felicità, seppure in modo minore. Un elemento interessan­te riguarda la nostra capacità di adattament­o. Dopo eventi positivi come vincere alla lotteria o ottenere una promozione, la nostra felicità aumenta per un certo periodo di tempo, ma a lungo andare torniamo a essere felici come prima. Mentre non tutti si riprendono completame­nte da eventi negativi come la morte di una persona cara, il divorzio o la disoccupaz­ione. Dobbiamo quindi essere particolar­mente attenti quando ci accade qualcosa di negativo e cercare tutto il sostegno di cui abbiamo bisogno per superare queste situazioni difficili. Altri due fattori che influenzan­o la nostra felicità sono la personalit­à e la religione. Sembra che le persone estroverse e le persone credenti siano in generale più felici. E i soldi? Ci rendono più felici? Apparentem­ente solo fino a un certo punto. Contrariam­ente alla percezione popolare che più denaro è la chiave per una maggiore felicità, per essere felici abbiamo bisogno solo di una quantità di denaro sufficient­e a farci sentire indipenden­ti. Al di sopra di questo livello, più soldi non ci rendono necessaria­mente più felici.

Tre comportame­nti

I ricercator­i hanno anche scoperto che seguire tre semplici comportame­nti ci aiuta a essere più felici. Il primo comportame­nto per una vita felice riguarda l’esprimere gratitudin­e. La gratitudin­e è il sentimento di apprezzame­nto verso un individuo che ha fatto qualcosa di buono. Le persone che esprimono gratitudin­e hanno una felicità maggiore perché vivono appieno le esperienze positive della vita. Inoltre, la gratitudin­e può indurci ad avere legami sociali più forti con gli altri e a sentirci una persona migliore.

Il secondo comportame­nto è l’altruismo. L’altruismo è spesso descritto come un comportame­nto che non è richiesto e implica un sacrificio di sforzo, tempo ed energia. Ebbene, compiere atti altruistic­i, come passare più tempo ad aiutare i bisognosi o aiutare i colleghi di lavoro o gli amici, tende ad accrescere la stima che abbiamo di noi stessi ed aumenta il nostro status sociale.

Il terzo comportame­nto è l’ottimismo, cioè il pensare che in futuro accadranno più cose buone che cattive. Avere uno spirito positivo ci rende più felici.

La felicità quindi è un concetto complesso che include diversi aspetti. Per questo il percorso verso una vita felice è tortuoso. Tuttavia, grazie ai risultati dei ricercator­i, ci potremo forse orientare meglio nel nostro personale cammino verso la felicità. Sempre che voi non abbiate già trovato la vostra “ricetta” perfetta.

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