Meno male che passa…
‘Che cosa è una moda? Da un punto di vista artistico è una forma di bruttezza talmente intollerabile da doverla cambiare ogni sei mesi’ (Oscar Wilde)
Lo sferzante poeta/drammaturgo aveva ragione. Esteta così raffinato da essere egli stesso considerato un inimitabile, elegante dandy, di fatto la sua lungimirante affermazione dedicata al vestire secondo i canoni del momento inquadrava la caducità della moda in genere, il suo essere effimera, crudelmente precaria. E oggi è pure peggio: è tutto (o quasi) un usa e getta, realtà in grado di sopravvivere sì e no per una manciata di mesi e poi via. Siamo in grado di cestinare cose, persone, entusiasmi, idee: il tempo di un clic e già nella fucina del nostro Vulcano si parte di nuovo, il “sempre più nuovo” in una corsa priva di sosta (così deve essere per funzionare).
Questione di classe
Se ogni moda diventa presto superata, gli amanti del guardaroba non devono però disperare, perché “se la moda passa lo stile resta” ci ricorda quel genio di Coco Chanel. Ovvero, quel che importa è lo stile assimilabile ai capi e ai comportamenti a essere intramontabili, e quelli non fanno certo sbadigliare di noia.
Se a volte è un bene tenere con noi alcune cose con i loro relativi ricordi più a lungo possibile, di altre sarebbe bene liberarsene senza rimpianti. Quali altre? Beh, è sotto gli occhi una certa propensione a gusti e manie “volgaruccie”, che ahinoi spesso diventano virali. Per mettersi in mostra, si sa, anche se spesso è tutt’altro che un belvedere.
Virali manie
In giro c’è proprio di tutto. E anche tra gli addetti ai lavori del settore (dai giornalisti agli influencer con indubbio gusto e kitsch a piene mani: un bel serbatoio dal quale attingere. Ma dare discutibili esempi significa forse identificarsi con la moda? Assolutamente no, ma c’è sempre qualcuno che definisce quei personaggi e i loro outfit “unici e originali”. E c’è chi ci crede, magari per colpa di talentuosi blogger che mal copiano gli stilisti? Oppure degli stilisti che imitano i blogger?
Uff, quale dilemma…
La moda è inventiva, fantasia, gioco, divertimento. Ma nello stesso tempo dovrebbe essere spontanea e applicata alla propria persona in modo adeguato. Viceversa, diventa grottesca e caricaturale, sovente senza una benché minima autocritica e scarsa personalità. Nella speranza sempre viva che certi tic passino in fretta, come è sempre successo (bontà loro).
Ciabatte impellicciate
Gli inglesi le chiamano fluffy slippers e tra le amanti del genere c’è Gigi Hadid che ne sfoggia di volpe, di visone, di lince ecc. abbinate a look diversissimi che spaziano dalla tuta ginnica alla toilette grande soirée. Sono certo vistose, ma a cosa serve la tomaia di pelliccia se quando fa freddo tallone e punta del piede sono esposti all’addiaccio? E portate d’estate non rendono il povero piedino sudaticcio? Incongruenze della moda o discutibile ostentazione?
Jeans ridotti all’osso
Anche se il ginocchio è perfetto, levigato e scattante, vederlo sbucare bello nudo dai jeans ridotti a scheletro non si può dire sia di buon gusto. Eppure... È vero che l’aria vissuta e un po’ usurata dona alla tela denim, nata per costruirvi i capi dei lavoratori, ma a tutto c’è un limite e un’occasione d’uso. Un paio di braghe dovrebbe rimanere tale e non uno sbrindello (magari firmatissimo e costosissimo) che sembra rubato a un clochard proprio mal messo.
La zampa del cammello
È il cosiddetto camel toe, ovvero l’effetto che si crea quando una ragazza indossa indumenti come i leggings e i costumi tanto aderenti da mettere in risalto la forma delle parti intime (simile appunto alla forma dello zoccolo dell’innocente animale chiamato in causa a sproposito). Lo strafalcione fashion è perfino più grottesco quando quella parte è evidenziata con apposite mutande munite di un’imbottitura che l’accentua. Esiste anche una versione maschile... (no comment).
Shorts sempre più short
Al mettersi in bella (o brutta) mostra in questo periodo non c’è limite, tanto la colpa è sempre della moda. Gambe bellissime (o anche no) sono sempre più sbandierate interamente, in ogni stagione e in ogni ambiente: per shorts si intendono quei pantaloncini che arrivano a filo delle natiche, però ora sono diventati ancora più striminziti e si riducono all’inguine. Modelli micro spopolano per eventi mondani, concerti e tempo libero. Aspettando che passi anche questa mania, riservateli alla spiaggia e non all’ufficio/scuola. Senza per questo sentirvi bacchettone e antidiluviane.
Pantaloni spazza strada
Per contro, altri pantaloni, modellati abbondanti e a vita altissima, hanno orli decisamente troppo, troppo lunghi. È certo lodevole il proposito di dare un aiuto a tener pulito il quartiere, ma con quello che si può risparmiare sulla stoffa si può elargire una cospicua mancia a un solerte netturbino.
La fidanzata di Tarzan
Zebrato, tigrato, pitonato, leopardato: la tentazione di indossare tutte le stampe animalier, proposte dalle passerelle, è grande, ma è anche facile scivolare nell’eccesso. Un solo capo maculato basta e avanza: che sia un blazer dal taglio rigoroso, una camicetta di seta, uno spolverino... niente aggiunte di ricami, pizzi o paillettes e mai e poi mai abbinare un outfit ad accessori e complementi con altrettante macule selvagge. A meno che non siate Jane e il vostro fidanzato sia l’autentico Tarzan.
Unghie da rapaci
Le unghie ricostruite a dismisura vi garantiscono delle performance inaspettate. Per esempio, se vi appendete a un ramo potete restarci attaccate, perfettamente perpendicolari come un uccello rapace. La ricostruzione a oltranza viene chiamata nail art, anche se di arte ha ben poco. Ma se proprio volete indugiare nell’avere unghie allungate e decorate, abbiate il coraggio di chiamarla “artigli art”.