Si riorganizzi la mobilità cittadina
“I nostri spostamenti sono ridotti e ancora per un po’ il traffico è possibile che rimarrà a livelli più bassi di quelli pre-virus. Raramente un momento è stato così propizio per inserire nuove corsie ciclabili o chiudere provvisoriamente strade al traffico motorizzato. Sarebbe pertanto auspicabile seguire l’esempio di altre città come Berlino e Milano che per la ripartenza hanno scelto di puntare sulla mobilità in bicicletta varando misure specifiche come la creazione di nuove piste ciclabili provvisorie, l’allargamento di quelle esistenti, la creazione di zone temporanee con limite 30 km/h e incentivi finanziari”. Questo è un passaggio dell’interrogazione presentata da 26 consiglieri comunali di Lugano che, tramite 11 domande al Municipio di Lugano, chiedono un cambiamento nella mobilità cittadina. Primi firmatari Carlo Zoppi (Ps), Lorenzo Beretta Piccoli (Ppd) e Morena Ferrari Gamba (Plr).
Con la ripresa delle attività, una parte dell’utenza di bus e affini preferirà optare per altri mezzi e occorrerà poter offrire delle alternative valide all’auto. In quest’ottica, proseguono i consiglieri comunali, uno studio del Politecnico di Zurigo mostra che, a partire da marzo, la distanza giornaliera media percorsa in bicicletta dagli svizzeri è quasi triplicata. Muove da queste considerazioni, la richiesta di cogliere l’attimo affinché, una volta che la vita dei luganesi tornerà a girare a velocità normale, lo faccia anche in maniera più sana. Già prima della pandemia Lugano aveva dei gravi problemi di mobilità. Situazione preoccupante che potrebbe peggiorare se tutti coloro che devono spostarsi in città lo faranno con il proprio mezzo privato considerato sicuro. Un’alternativa valida e raccomandata dalle autorità federali in questo momento rimane quella di optare il più possibile per la mobilità lenta per recarsi al lavoro (andare a piedi, in bicicletta o e-bike). Il telelavoro, strumento che ha dimostrato di essere valido in questi mesi, sarà anche da mantenere e “sdoganare” definitivamente, per scoraggiare i dipendenti da spostamenti evitabili in futuro. Da qui le 11 domande poste al Municipio di Lugano.