Se trecentomila vi sembrano tanti
Gli aumenti anomali delle morti fanno temere un bilancio più grave del Covid-19
Copenaghen – Le statistiche ufficiali sul Covid-19 non dicono tutto. Il bilancio di oltre 300mila morti sarebbe cioè sottostimato, se sottoposto al confronto con il numero di decessi rispetto agli anni precedenti, Paese per Paese.
In Italia, ad esempio, tra il 20 febbraio e il 31 marzo, sono morte ufficialmente 12’428 persone a causa del Covid-19. Ma nello stesso periodo le autorità hanno registrato 25’354 morti in più rispetto alla media dei cinque anni precedenti. La differenza è di 12’900, che rimangono “inspiegabili”.
Negli Stati Uniti la differenza è ancora più evidente: a marzo, periodo in cui il Paese era ancora relativamente indenne, la differenza tra i decessi ufficiali di Covid-19 (1’890) e l’eccesso di mortalità (6’000) è tre volte maggiore.
Lo stesso indicherebbero i 3’706 decessi supplementari registrati nello stesso periodo in Germania, dove il contenimento del contagio sembra avere dato risultati migliori che altrove. Ufficialmente, 2’218 decessi sono attribuiti al coronavirus, ma vi sono da spiegare gli altri 1’488 morti in più rispetto all’anno scorso. Solo in Francia, tra il 1° marzo e il 27 aprile 2020, il bilancio per il Covid-19 (23’291) è risultato molto vicino all’eccesso di mortalità registrato rispetto al 2019 (24’116). Quanto agli elementi che potrebbero spiegare lo scarto tra i dati, non tutte le analisi coincidono. E soprattutto non tutti i dati paiono plausibili, soprattutto quelli forniti da Paesi come Cina o Russia.
Mosca e Pechino insistono nel professare la veridicità delle proprie statistiche. Ancora ieri, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, rispondendo a New York Times e Financial Times, ha assicurato che “le autorità russe sarebbero le ultime a nascondere la verità”. Secondo il servizio di monitoraggio federale, le vittime direttamente collegate al coronavirus in Russia sarebbero 2’418, meno dell’1% dei casi totali, oltre 260mila.
Statistiche da spiegare
Secondo alcuni esperti, poi, gli eccessi di mortalità non autorizzano conclusioni affrettate. Benché esistano forti sospetti, è impossibile dire con certezza che queste decine di migliaia di morti aggiuntive siano tutte dovute a contagi registrati in modo errato. “Si tratta di aumenti statistici che devono poi essere associati a una causa e non possiamo dire a cosa siano dovuti”, ha osservato Fernando Simon, direttore del Centro di emergenza sanitaria del Ministero della salute spagnolo. “Gli eccessi di mortalità sono legati alla crisi nel suo complesso. Ci possono essere effetti indiretti come l’aumento di altre cause di morte poiché le persone si recano in ospedale meno spesso”, ha anche detto all’Afp Michel Guillot, dell’Institut national d’études démographiques in Francia.
Secondo i dati di 24 Paesi europei esaminati dagli epidemiologi danesi del progetto Euromomo, un picco di mortalità è chiaramente visibile in Europa a partire da marzo 2020, rispetto agli anni precedenti. Non sorprende quindi che le cifre superino il numero ufficiale di morti per coronavirus in questi Paesi.
“Non c’è nient’altro che possa spiegare questo eccesso di mortalità. Non c’è stata un’eruzione vulcanica, un terremoto in Europa... Se fosse stato a gennaio, si sarebbe potuto dare la colpa all’influenza, ma non è così”, ha detto alla France Presse Lasse Vestergaard, coordinatore di Euromomo.