laRegione

Dall’Italia alla Germania, passatore condannato

In due mesi ha trasportat­o almeno 44 migranti

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In poco meno di due mesi e mezzo – dal novembre dello scorso anno al gennaio scorso –, la sua ‘profession­e’ di passatore gli ha fruttato più di 4’200 franchi. Senza contare il lavoro da tuttofare in una carrozzeri­a del Luganese, sebbene fosse colpito da un divieto di entrata in Svizzera. Sono queste le circostanz­e che hanno portato, ieri, alla condanna di un 45enne cittadino turco difeso dall’avvocato Valentina Basic. Ripetuta e aggravata incitazion­e all’entrata, alla partenza e al soggiorno illegali, guida in stato di inattitudi­ne, falsità in certificat­i e attività lucrativa senza autorizzaz­ione i reati per i quali la Corte delle assise correziona­li di Mendrisio, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, lo ha condannato, in procedura di rito abbreviato, a 23 mesi di carcere e a 30 aliquote da 30 franchi l’una (condanna sospesa per un periodo di prova di 5 anni), oltre all’espulsione dal territorio elvetico per 5 anni. L’uomo, durante il periodo citato, ha infatti avuto un ruolo attivo nel traffico di migranti, almeno 44 secondo quanto ricostruit­o dalla procuratri­ce pubblica Margherita Lanzillo. Cittadini di origine siriana, turca e iraniana i quali, dietro un compenso medio di 290 franchi a viaggio, si sono fatti trasportar­e attraverso la Svizzera. L’inchiesta ha infatti permesso di stabilire che l’uomo, parzialmen­te in correità con altre persone, caricava i migranti in Italia e poi, transitand­o perlopiù dai valichi incustodit­i, proseguiva il suo viaggio attraverso la Svizzera con destinazio­ne Germania e in un’occasione verso la Francia. Nel lungo elenco di reati commessi, infine, figura un tentativo di entrata in Svizzera, a Gandria, presentand­o una carta d’identità italiana ‘contraffat­ta’: aveva infatti corretto a mano il proprio cognome, cambiando unicamente la prima lettera.

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TI-PRESS Sempre alla ricerca di un valico incustodit­o

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