laRegione

In forma per uscire?

- DI LAURA / INSTAGRAM: @LA_FICCANASO

Anche se non avete mai indossato la tuta e avete sempre buttato la spazzatura con in testa il cerchietto delle grandi occasioni, quando le regole si allentano e i pantaloni stringono, l'aria tersa vi fa tremare le gambe. Dopo settimane in cui restare in casa è un obbligo, scegliere di non farlo diventa tutt'altro che semplice. I forzati dello smart working continuano a soffrire, ma in fondo al cuore coltivano il terrore per il giorno in cui verranno convocati alla scrivania, magari privati delle pause caffè e dei colleghi abbastanza vicini da darsi di gomito al momento giusto.

Gli esperti, almeno quelli citati nei titoli degli articoli che leggiamo distrattam­ente per non stirare vagonate di panni, dicono che si chiama “sindrome della tana”. È certamente quella e non la pigrizia atavica aggravata dai chili presi a impedirci di andare a correre come vorremmo. Uscire fa paura perché non si sa dove andare né come comportars­i, certo. Uscire fa paura per tante ragioni più o meno razionali. Uscire fa paura perché, come nella fenomenolo­gia delle storie d'amore che finiscono, si potrebbe incontrare qualcuno.

La differenza, se la storia che ci portiamo dietro è una pandemia, è che non c'è una sola persona in grado di farci fermare il cuore e arrestare la salivazion­e. Qualunque persona, per il fatto stesso di esistere e di trovarsi sul nostro stesso marciapied­e, ci fa paura. I bambini devono imparare a tenere le distanze, protestano perché “come si fa a giocare senza toccarsi”, contestano questa moda di salutarsi con un buffetto sul gomito, ti rinfaccian­o che fino a ieri raccomanda­vi di starnutire proprio nell'incavo del gomito. Si ribellano a ogni forma di interazion­e sociale o di tentativo di apprendime­nto mediato dalla tecnologia. Con la fierezza e la protervia di un Barone Rampante

(ci è rimasto nel cuore) dicono: meglio soli che su FaceTime, meglio in casa che per strada a girare in tondo senza potersi fermare nei giochi del parco. Noi adulti dovremmo mediare e trovare una soluzione, aiutare le paure a emergere fino a dissolvers­i. Ma temiamo troppo di incontrare chi, mesi fa, ci aveva fatto i compliment­i per i chili persi. Restiamo in casa, ancora un po'.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland