Circuiti a porte chiuse? Non a Singapore
Disputare il Gran Premio di Formula Uno di Singapore, in calendario per il 20 settembre, a porte chiuse è «inconcepibile». A dirlo è un portavoce dell’organizzazione del mondiale di F1. Che rincara: «Dato che il Gp di Singapore si svolge su un circuito cittadino, non è possibile disputare la gara a porte chiuse». Questa corsa, come d’abitudine, si sviluppa su un circuito ricavato sulle strade della cittadina del Sud-est asiatico, uno dei Paesi più densamente popolati del mondo, con quasi ottomila persone per chilometro quadrato. «Continueremo a monitorare la situazione da vicino. La nostra priorità assoluta rimane il benessere e la sicurezza dei nostri tifosi, del personale, dei volontari e di tutti i singaporiani». Gli organizzatori hanno dichiarato di essere in trattative con i funzionari della F1, il governo e altre parti interessate «per valutare varie opzioni» per l’organizzazione della gara.
Dopo il rinvio (Bahrain, Vietnam, Cina, Olanda, Spagna, Azerbaijan, Canada) o la cancellazione (Australia, Monaco, Francia) dei primi dieci Gran Premi, gli organizzatori del mondiale puntano a un inizio di stagione il 5 luglio a Spielberg (Austria) e a un secondo Gp la domenica successiva sullo stesso circuito. Seguiranno due gare consecutive a Silverstone (Gran Bretagna), sempre che il governo dia il via libera, e il Gp del Belgio a Spa-Francorchamps resta per ora in calendario per il 30 agosto; tutte gare che si svolgeranno a porte chiuse. Almeno inizialmente, infatti, il Circus prevede di andare in scena senza spettatori e con un numero limitato di gente nel paddock, il cui stato di salute verrebbe monitorato prima di intraprendere la trasferta, all’arrivo sul posto e poi ogni due giorni. Le scuderie sarebbero inoltre isolate l’una dall’altra all’interno del paddock, così come dal pubblico all’esterno (voli, trasporti in loco, hotel,... ). Il mondiale dovrebbe concludersi ad Abu Dhabi, dopo un totale di 15-18 appuntamenti invece dei 22 originariamente previsti.