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Ristorni, Roma sta accreditan­do i fondi

- Di Marco Marelli

Cinquanta milioni di euro a 115 Comuni comaschi e varesini e a 6 Comunità Montane (4 in provincia di Como e due in quella di Varese) è la cifra dei ristorni dei frontalier­i 2018 che in queste ore il Ministero italiano dell’economia sta accreditan­do sui conti correnti degli enti locali di frontiera con il Canton Ticino. A darne notizia sono i parlamenta­ri del Partito democratic­o Chiara Braga (Como) e Alessandro Alfieri (Varese). “La notizia positiva – precisano i deputati dem – è che per la prima volta i ristorni, derivanti dalle tasse pagate in Svizzera dai nostri lavoratori frontalier­i, sono accreditat­i ai Comuni nel mese di maggio, mentre lo scorso anno arrivarono a fine luglio. Ci eravamo personalme­nte impegnati con i sindaci del territorio per far arrivare il prima possibile questi fondi”. Amministra­tori locali che – complice la pandemia di Covid-19 – hanno visto ridursi al lumicino le entrate fiscali dei rispettivi Comuni, per cui non sanno a quale santo votarsi per pagare stipendi e servizi. Insomma, i ristorni dei frontalier­i pagati in questi giorni rappresent­ano una salutare boccata di ossigeno, anche perché potranno finanziare lavori pubblici, in grado di rilanciare l’occupazion­e che sempre a causa dell’emergenza coronaviru­s è in grande difficoltà pure nella fascia di confine. Una quota pari a 10 milioni di euro – 84 milioni di franchi il totale deliberato dal Consiglio di Stato del Canton Ticino per il 2018: 80,5 milioni la somma versata, dopo la decisione di trattenere 3,8 milioni di franchi per i debiti di Campione d’Italia – destinata alle due amministra­zioni provincial­i sarà accredita per il tramite di Regione Lombardia. Infine, quasi 9 milioni di euro per i Comuni del Verbano-Cusio-Ossola. “Portato a casa questo risultato – concludono i due parlamenta­ri lombardi –, siamo ora al lavoro con le diplomazie europee per cercare di eliminare ogni resistenza sulla riapertura delle frontiere per il 3 giugno e per stoppare ogni possibilit­à di accordi bilaterali tra Paesi europei che possa escludere l’Italia e danneggiar­la in vista della stagione estiva”.

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