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Folla sulle spiagge, timori e contromisu­re

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Parigi/Roma – Il coronaviru­s non sopravvive nell’acqua di mare: lo affermano i ricercator­i dell’Ifremer, l’Istituto francese di ricerca per l’utilizzazi­one del mare. Ma chi bramava le spiagge non aspettava la buona notizia: complici sole e temperatur­e quasi estive, nell’Europa del nord molti stabilimen­ti balneari sono stati presi d’assalto in questi giorni. Con tanti saluti al distanziam­ento sociale. In diversi Paesi le autorità locali sono state costrette a correre ai ripari: spiagge chiuse in tre città nella Francia nord-occidental­e; strade d’accesso chiuse e avvertimen­ti ai turisti germanici (‘state alla larga’) nei Paesi Bassi, dove le località balneari hanno vissuto un vero e proprio bagno di folla; minaccia di sanzioni ai bagnanti inosservan­ti in alcuni comuni inglesi. In Italia fioccano linee guida e protocolli: ombrelloni distanziat­i e da prenotare, pulizie continue di docce e cabine, spiagge libere ma con accessi contingent­ati, steward accanto ai classici bagnini, nessun happy hour con buffet in spiaggia e soprattutt­o niente discoteche. In Emilia-Romagna l’avvio ufficiale della stagione balneare in Riviera, inizialmen­te previsto per lunedì 25 maggio, è stato anticipato a domani. In Sardegna le attività turistiche che hanno a che fare con la balneazion­e avevano il permesso di riaprire dal 18 maggio, ma pochi hanno riaperto. Quanto alle spiagge libere nell’isola si confida sulla responsabi­lità dei singoli. In Liguria gli stabilimen­ti hanno potuto riaprire già lunedì. Nel weekend il segnale di via arriva in Veneto – apre la spiaggia comunale del Blue Moon al Lido di Venezia – e in alcuni stabilimen­ti di Toscana e Calabria.

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KEYSTONE Ieri a Southend, Inghilterr­a

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