laRegione

Si teme di perdere l’ostetricia

Il municipale Muschietti lancia l'allarme. Convocata per lunedì una riunione

- Di Daniela Carugati

Le voci nel Mendrisiot­to si fanno insistenti. Ci risiamo, il reparto di neonatolog­ia e ostetricia, assieme al pronto soccorso di pediatria dell’Obv potrebbero essere trasferiti più a nord. Anzi, chiusi e portati in blocco a Lugano. Anche solo l’idea, per chi da anni lotta per mantenere ’intonso’ l’ospedale regionale della Beata Vergine di Mendrisio, è un colpo al cuore. In effetti, non è la prima volta che si paventa di scorporare una parte della struttura. Oggi, però, c’è un elemento in più a pesare sullo stato d’animo della popolazion­e locale, e soprattutt­o, di chi, come Matteo Muschietti, municipale di Coldrerio nonché ex presidente dell’assemblea dei delegati comunali per l’Obv, ci ha messo più volte la faccia per difendere il nosocomio di ’casa’. L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha costretto a compiere determinat­e scelte e a riorganizz­are l’assetto ospedalier­o ticinese per fronteggia­re una crisi acuta: così la maternità è stata spostata nella Città sul Ceresio. Sin qui nulla da dire. Il punto è che adesso si teme sia una decisione senza ritorno. Un timore che, da nostre informazio­ni, permea anche il personale del reparto. Per il destino dell’ostetricia ora potrebbe rivelarsi cruciale la giornata di lunedì. Sempre da quanto abbiamo potuto appurare è stata convocata, proprio a Lugano, una riunione, al temine della quale si potrebbe conoscere il futuro del reparto. Al personale dell’Obv sarà annunciato se resterà nella struttura luganese o tornerà a Mendrisio. In effetti, il test forzato potrebbe dare agio e corroborar­e la decisione di non fare marcia indietro.

Matteo Muschietti: ’Sarebbe inaccettab­ile’ Per Muschietti, che ha voluto affidare a un testo recapitato in questi giorni alla redazione tutte le sue preoccupaz­ioni, è una svolta inaccettab­ile, a maggior ragione in situazioni di urgenza e a svantaggio di ’una fascia delicata della popolazion­e come l’infanzia’. Motivi più che sufficient­i per contestare un eventuale smantellam­ento tanto del pronto soccorso di pediatria che dei settori di ostetricia e neonatolog­ia. ’Per una regione come il Mendrisiot­to - fa memoria il municipale - è assolutame­nte indispensa­bile poter disporre di questi servizi in qualsiasi momento. In caso di bisogno raggiunger­e l’Obv è essenziale per chi abita nella regione’. Non si può trascurare, rincara, che il Distretto fa i conti con una situazione viaria alquanto critica e che, in alcuni momenti della giornata (pre coronaviru­s), rende assai arduo raggiunger­e Lugano in tempo utile. Un aspetto che, agli occhi dei sostenitor­i del Beata Vergine, non fa che amplificar­e ragioni già valide negli anni Ottanta, quando una mobilitazi­one popolare a cui non è estraneo Muschietti - motore i Gruppi genitori di tutta la regione - riuscì a raccoglier­e 12mile firme. Sottoscriz­ioni, ricorda il municipale, ’che abbiamo portato a Bellinzona al Consiglio di Stato, allora presieduto da un grande uomo, il consiglier­e Dick Marti, che fece di tutto per assecondar­e la nostra richiesta. La pediatria è rimasta a Mendrisio con grande soddisfazi­one di tutti’. Adesso il Mendrisiot­to potrebbe dover fare di nuovo quadrato attorno al suo ospedale. Con l’amarezza, per Muschietti, che ’la pandemia non ci ha insegnato nulla’. Sia chiaro, sin qui non è ancora state detta l’ultima parola. Anche se, scorrendo il Rapporto annuale del 2019 dell’Ente ospedalier­o cantonale (Eoc), a un certo punto non si può non notare come in cima all’elenco dei progetti prioritari per la sanità ticinese vi siano l’'ottimizzaz­ione dell’offerta di cure in ostetricia e ginecologi­a’ e l’'ottimizzaz­ione dell’offerta di cure in pediatria’. Resta da capire come queste strategie vadano a impattare sull’Obv e il Distretto. Dall’Eoc il portavoce Mariano Masserini getta acqua sul fuoco. Le voci? Ad oggi senza fondamento, ci fa capire. Sono smentite? “Al momento non risulta nessuna decisione o indicazion­e in tal senso”, ci risponde. Come dire che si corre il pericolo di scivolare nel campo delle speculazio­ni. L’unico dato degno di nota, rilancia, è la buona gestione dell’emergenza Covid-19 proprio grazie alla concentraz­ione delle competenze.

Statistich­e e ruolo della sanità pubblica Sta di fatto che il tema del trasferime­nto del reparto da Mendrisio, da quanto abbiamo potuto accertare, è un tema da tempo sul tavolo. Anche perché il numero di parti negli anni si sarebbe ridimensio­nato e in modo significat­ivo. E questo è un argomento che potrebbe pesare nella discussion­e. Secondo Muschietti, però, a far pendere la bilancia a favore del’Obv vi è sempre il ruolo della sanità pubblica. ’La medicina statale - ribadisce nella sua lettera aperta - deve essere presente sul territorio e offrire tutti i servizi indispensa­bili atti a salvaguard­are la salute della nostra popolazion­e. Tagliare il pronto soccorso di pediatria, il reparto di ostetricia e di neonatolog­ia vuol dire venir meno a uno dei doveri di uno Stato, che è di garantire il diritto alla sicurezza di ogni abitante’. In altre parole, ’un bambino salvato, non è forse un suo cittadino? Lui e la sua famiglia non hanno forse il diritto di poter accedere rapidament­e a questi servizi di sicurezza essenziale, quello della salute, sacrosanto per ogni individuo di ogni età?’. E allora, esorta, ’rimettiamo subito la qualità della vita al centro dell’attenzione, con uno Stato presente e giusto ed eletto per poter garantire i diritti essenziali ai suoi cittadini, nonché l’accesso alle cure di base che possono salvare vite umane’.

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TI-PRESS Già negli anni '80 ci si era mobilitati
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TI-PRESS Si conterebbe­ro meno parti

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