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‘Dal 2020 mi aspettavo un passo in avanti’

Pier Tami commenta la situazione della Nazionale

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Lunedì prossimo, la Nazionale svizzera si sarebbe dovuta radunare a Bad Ragaz per lanciare la campagna Euro 2020. Ma il coronaviru­s ha sconvolto tutti i piani. In un’intervista a Keystone-Ats, Pierluigi Tami, direttore delle squadre nazionali, racconta le sue sensazioni su uno strano anno che ha privato la selezione rossocroci­ata di grandi appuntamen­ti contro Belgio, Croazia, Germania e Italia. «Avversari che ci avrebbero certamente permesso di fare un passo avanti», sottolinea Tami. Dallo scorso weekend, con la ripresa dell’attività nella Bundesliga, il calcio non è più ai box. Come ti sei sentito? «Per me c’è sempre stata una sola verità: non c’è sport senza un pubblico. Ma la pandemia ci costringe ad essere pragmatici. Dopo due mesi senza calcio, è meglio guardare le partite a porte chiuse che non vederle affatto...».

Cosa ne pensi delle porte chiuse? «In uno stadio vuoto, si ha la sensazione che la partita non sia una grande partita, che manchi di dinamismo e di ritmo. Per non parlare delle emozioni. Ma non è vero. Lo scorso fine settimana ho visto delle belle sfide, sono rimasto sorpreso dalla qualità del gioco presentato».

Sei favorevole a una ripresa del campionato anche in Svizzera? «Sì, questo darebbe un segnale forte. Ma la questione è se una ripresa non comporti rischi per la situazione finanziari­a dei club e per la salute dei giocatori. Credo che in Svizzera una ripresa sia possibile se tutte le norme sanitarie sono rispettate e se abbiamo capito che non possiamo più comportarc­i come prima. Sono a favore di una politica dei piccoli passi, pur nella consapevol­ezza, ovviamente, che non esiste un rischio zero nella situazione in cui ci troviamo».

Oggi, lo sviluppo di un nuovo calendario internazio­nale non sembra essere la priorità della Uefa... «Dobbiamo aspettare fino a metà giugno, la data del prossimo congresso Uefa, per saperne di più. La Uefa intende organizzar­e la Nations League come previsto a settembre, ottobre e dicembre. Questo significhe­rebbe quattro date per la Nations

League e due per le amichevoli o i playoff per Euro 2021, quelli che avrebbero dovuto essere giocati in primavera. Un’altra opzione sarebbe quella di chiudere la Nations League in ottobre e giocare solo partite amichevoli a novembre. Penso che avrebbe più senso».

Come hai reagito al rinvio dell’Euro al 2021? Una decisione che potrebbe avvantaggi­are la Svizzera? «Xherdan Shaqiri ha senza dubbio salutato il rinvio con un certo sollievo. Era disperatam­ente a corto di tempo di gioco. Per Stephan Lichtstein­er, invece, la situazione è diversa. Avrà 37 anni nel 2021... Ma in generale, non credo che questo rinvio vada a nostro vantaggio. Nel 2020 avremmo avuto la fortuna di giocare contro alcune grandi squadre, a partire da Belgio e Croazia a marzo in Qatar. Quest’anno avrebbe dovuto garantirci la possibilit­à di compiere un passo avanti».

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TI-PRESS/CRINARI Pier Tami, direttore delle squadre nazionali

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