La fattura è salata e ‘va ripartita’
H+: danni fino a quasi 3 miliardi di franchi entro fine anno. Le casse si chiamano fuori.
Berna – Da 1,5 a 1,8 miliardi di franchi: per l’80% perdite di guadagno dovute al divieto di effettuare trattamenti e interventi chirurgici non urgenti; il restante 20%, costi supplementari per la mobilitazione delle risorse (logistiche, di personale e materiale) necessarie per far fronte all’emergenza. A tanto ammontava a fine aprile il danno finanziario causato dal Covid-19 a ospedali e cliniche. La fattura è salata, e in base a una “prima stima grossolana” fatta dall’associazione SpitalBenchmark potrebbe lievitare fino a 1,7-2,9 miliardi entro fine anno. H+ (Gli Ospedali svizzeri) chiede che a saldare il conto siano anche Confederazione, Cantoni e assicuratori. Sulla questione aperta della ripartizione dei costi dovrebbe fare chiarezza un “vertice nazionale in ambito sanitario” che il Consiglio federale è invitato a indire “con urgenza”. Per la direttrice dell’associazione Anne-Geneviève Bütikofer, citata in una nota, “è ora di smetterla con lo scaricabarile dietro le quinte sulla ripartizione dei costi”. Le organizzazioni delle casse ribadiscono di non volersi accollare ulteriori oneri.
Il ministro della Sanità Alain Berset di recente si è augurato che gli ospedali possano recuperare il ritardo accumulato. “Potremo recuperare gli interventi non effettuati, ma non tutti”, dice a ‘laRegione’ Dorit Djelit. “Le strutture – spiega la responsabile della comunicazione presso H+ – non funzionano ancora a pieno regime. E le regole di igiene e di distanziamento sociale dovranno continuare a essere rispettate”, il che diminuirà la ‘densità’ delle prestazioni fornite. H+ chiede anzitutto di adeguare in modo mirato le tariffe, affinché le prestazioni fornite da ospedali e cliniche durante la crisi vengano indennizzate a copertura dei costi. Si stima che i costi scoperti siano del 5% nel settore ambulatoriale e del 10% in quello stazionario (che comprende le cure intense). Gli adeguamenti delle tariffe in vigore effettuati dall’Ufficio federale della sanità pubblica “non risultano sufficienti”.
Casse malati, ‘risparmi e riserve’ L’organizzazione mantello degli ospedali chiama in causa gli assicuratori malattia. Le spese a carico dell’assicurazione di base – rileva H+ – si sono ridotte, dato che molti trattamenti negli ospedali e nelle cliniche non hanno potuto essere eseguiti. Inoltre, le casse dispongono di circa 9 miliardi di riserve: dovranno essere impiegati per costi supplementari imprevisti, come nel caso di un’epidemia, sottolinea l’organizzazione. Risparmi e riserve “possono più che attutire i costi aggiuntivi dovuti al Covid-19” e le riserve “ora devono servire anche a evitare un aumento dei premi”, afferma Bütikofer.
In prese di posizione separate trasmesse a Keystone-Ats, le casse respingono le richieste. Stando a Curafutura, non esistono basi legali per la partecipazione degli assicuratori con i soldi dei premi e delle riserve alla copertura di compiti che per legge spettano ai Cantoni e alla Confederazione. Le casse devono accollarsi solo i costi per le prestazioni, una modifica dell’attuale prassi porterebbe a un incremento dei premi. Di tenore simile la risposta di Matthias Müller di Santésuisse, secondo cui le riserve devono andare a vantaggio degli assicurati. Entrambe le associazioni Curafutura si dicono tuttavia aperte a discuterne con i prestatori di cure.