laRegione

Truffa milionaria e malloppo a Dubai

Ingannaron­o una società di ‘factoring’: 3 anni

- Di Guido Grilli

Avevano ingannato una società di “factoring”, ossia una società specializz­ata cui è possibile richiedere liquidità contante, a patto di cedere i crediti della propria azienda. Protagonis­ti due amici, un italiano di 49 anni e un ticinese di 43. Quest’utlimo era l’amministra­tore unico di una società di materie prime che aveva provveduto a cederla pro forma all’italiano. E, facendo carte false, i due erano riusciti a farsi versare dalla società di factoring non il 100% bensì il 190% dei crediti che vantavano a bilancio nei confronti dei loro clienti, emettendo fra l’altro 43 false fatture. Insomma, un giro che ha fruttato alla coppia di truffatori ben 2,9 milioni di euro nell’arco di sei mesi, tra il febbraio e il luglio 2019. Ieri il 49enne e il 43enne, il primo in stato di detenzione, il secondo a piede libero, sono stati condannati davanti alla Corte delle assise criminali di Lugano, che è ormai tornata a celebrare i dibattimen­ti a Palazzo di giustizia (presidente, il giudice Mauro Ermani, giudici a latere, Aurelio Facchi e Renata Loss Campana), a 3 anni di detenzione, di cui solo 9 mesi da espiare e i restanti 27 posti al beneficio della sospension­e condiziona­le. Entrambi gli imputati, difesi dagli avvocati Sandra Xavier (in difesa del ticinese) e Marco Masoni (legale dell’italiano), hanno ammesso le loro responsabi­lità. I due imputati, oltre che di truffa e falsità in documenti, sono stati riconosciu­ti colpevoli anche di riciclaggi­o: erano riusciti a dirottare il malloppo a Dubai e poi, tramite “spalloni”, a far trasportar­e il denaro in Italia. Ora, oltre a pagare i conti con la giustizia, dovranno rifondere gli ingenti danni economici alla società di factoring.

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TI-PRESS Due imprendito­ri alle Criminali

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