Tracce nel deep web, pedofilo in manette
Un trentenne pedofilo comasco, che dopo aver abusato una bambina, sua vicina di casa, vendeva i video sul web, è stato arrestato nei giorni scorsi dagli agenti della Polizia postale di Milano con l’accusa di violenza sessuale aggravata, detenzione e produzione di materiale pedopornografico. Prima delle violenze atroci, la giovanissima vittima veniva drogata, con un medicinale contenente un sedativo. Al trentenne, le cui generalità non sono state fornite per evitare di identificare la bimba, la polizia è arrivata monitorando il deep web, il cosiddetto lato oscuro della rete, l’internet più profondo, raggiungibile esclusivamente da chi ha maggiore dimestichezza con l’informatica, dove si trova di tutto. Solitamente i navigatori di questo mare di clandestinità sono sufficientemente capaci a nascondere le loro tracce. Tanto che la maggior parte del mercato frequentato dai pedofili di tutto il mondo è così ben nascosto da rendere pressoché impossibile scovare i responsabili. Il comasco, invece, nel deep web ha lasciato le sue tracce nel momento in cui ha cercato di monetizzare i video girati a casa sua. Sul suo computer gli investigatori hanno trovato oltre duemila fotografie e trecento filmati a luci rosse con protagonisti minori, non di rado bambini di età prescolare, come nel caso della sua vittima. Una volta in carcere, il 30enne ha ammesso tutto ed è stato trasferito in una struttura per detenuti che hanno commesso reati analoghi.