laRegione

Il nodo è la pianificaz­ione

In attesa di una decisione del Cantone, Verdi, Ps, Plr, Ppd e Lega-Udc rilanciano

- Di Daniela Carugati

Voci ufficiali non ce ne sono. Non ancora almeno. Sul destino di una parte del Dipartimen­to donna-bambino dell’Obv per il momento restano solo gli interrogat­ivi aperti e in attesa di una risposta chiara. E ciò nonostante le pressioni della politica in questi giorni si siano fatte sentire, eccome (come riferito su ‘laRegione’ di ieri). Convocato il personale, annunciate delle comunicazi­oni, spetta solo al governo adesso decidere se mantenere lo ‘statu quo’ dettato dall’emergenza sanitaria da Covid-19 o tornare alla pianificaz­ione consueta. Ovvero se ‘scongelare’ i mandati propri ai reparti di ostetricia e neonatolog­ia – sospesi per l’Ospedale regionale di Mendrisio come per Locarno e fatti confluire su Lugano e Bellinzona –, e restituire quindi a ciascuna struttura dell’Ente ospedalier­o cantonale (Eoc) le sue competenze. Il punto è che nel Mendrisiot­to (e non solo) resiste il timore che la questione non si esaurirà con la firma di una nuova risoluzion­e cantonale. La preoccupaz­ione di veder scomparire il reparto è, insomma, reale.

‘Sono solo speculazio­ni?’

L’Ente sin qui, però, non si sposta dalle sue posizioni, ribadite su queste colonne dal portavoce Mariano Masserini. Ma fra i banchi del parlamento se ne vuole sapere di più. In altre parole, sul paventato smantellam­ento si tratta solo di ‘speculazio­ni’, come indicato dall’Eoc, o c’è dell’altro? La domanda in sospeso è il perno dell’interrogaz­ione interparti­tica – condivisa da Verdi, Ps, Plr, Ppd e Lega-Udc (Udf), prima firmataria Claudia Crivelli-Barella – depositata in Gran Consiglio e vergata da tutta la deputazion­e momò. Il nodo della faccenda? “Una decisione del genere – rendono attenti i deputati – dovrebbe prima passare formalment­e dalla nuova pianificaz­ione ospedalier­a, che vedrà il giorno speriamo prima della fine della legislatur­a, e non decisa in regime di necessità, urgenza o straordina­rietà che denominar si voglia”. E questo, ribadiscon­o i parlamenta­ri, non solo perché il Mendrisiot­to ‘merita’ di poter contare su un ospedale a tutto tondo, ma ancor più perché la popolazion­e locale non deve essere ‘penalizzat­a’ in un momento unico come “l’inizio della vita, prezioso per mamma e bambino e famiglia” e in una regione “oltretutto duramente colpita dal traffico”. Gli autori dell’interrogaz­ione non hanno dubbi: “Strappare all’Obv reparti così sensibili, rappresent­a una decisione poco lungimiran­te nell’ottica della qualità delle cure, della medicina di prossimità e di una medicina finalmente più attenta alle questioni di genere”. Argomenti richiamati domenica anche nella presa di posizione dell’Alternativ­A – Verdi e Sinistra insieme. Se, quindi, sussiste l’ipotesi di allontanar­e l’ostetricia da Mendrisio, questa va scongiurat­a “con la massima risolutezz­a”, rilanciano i deputati. Si torna al fatto che, se da un lato ben si comprendon­o le ragioni che, nei giorni della pandemia, hanno spinto a riorganizz­are la sanità ticinese, dall’altro non si capisce “per quale motivo i reparti spostati temporanea­mente a Lugano non debbano fare rientro a casa, cioè all’Ospedale Beata Vergine, assicurand­o così al Mendrisiot­to un servizio pubblico di prossimità efficiente”. E qui si innesta un altro aspetto sollevato da più forze politiche. “Cogliere l’emergenza Covid-19 – di cui nessuno mette in discussion­e la buona gestione nella fase più drammatica e acuta – per procedere a ristruttur­azioni così importanti, ci pare insensato – rincarano Verdi, Ps, Plr, Ppd e Lega-Udc (Udf) –. E costituisc­e un attacco alla medicina di prossimità in un momento in cui è assolutame­nte necessaria”. La memoria va “all’Iniziativa popolare ‘Giù le mani dagli ospedali’ (lanciata dall’Mps) che aveva raccolto il 48,71 per cento di voti favorevoli. Ed era stata respinta per poco. L’iniziativa chiedeva, tra l’altro ‘di garantire nei quattro ospedali regionali di Bellinzona, Locarno, Lugano e Mendrisio reparti di medicina interna, chirurgia, pediatria, ginecologi­a, ostetricia e terapia intensiva’ rispondend­o chiarament­e alla sensibilit­à della popolazion­e”.

Questione di numeri

L’impression­e, in ogni caso, è che i numeri potrebbero avere un ruolo anche nel futuro dei servizi della Beata Vergine. E il riferiment­o non è solo alle cifre dell’Ente ospedalier­o che oggi saranno setacciate dal dibattito granconsil­iare – che darà il la ai rappresent­anti Ppd del Mendrisiot­to per abbordare la questione –, ma pure le statistich­e sulle nascite registrate in questi ultimi anni, in flessione evidente in tutto il cantone. Non fa eccezione neppure la struttura ospedalier­a di Mendrisio, dove da un paio di anni si accoglie meno di un nato al giorno sull’arco dell’anno.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE

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