laRegione

Discoteche: così non si riapre

Daniel Perri (Gruppo Vanilla): chiudere a mezzanotte è ‘assolutame­nte incoerente’

- Di Fabio Barenco e Lorenzo Erroi

«A queste condizioni non riapriremo». La decisione di far chiudere a mezzanotte anche discoteche e locali notturni non è per nulla condivisa dai profession­isti del settore: «È assolutame­nte incoerente», afferma Daniel Perri, direttore artistico del Gruppo Vanilla, che comprende l’omonima discoteca di Riazzino, la Rotonda di Gordola e il Pix di Ascona. «Tre ore in più a disposizio­ne sarebbero state sufficient­i per riattivare il nostro servizio», precisa Perri a ‘laRegione’. Mercoledì il Consiglio federale ha deciso che da sabato 6 giugno potranno riaprire anche le discoteche e i locali notturni. Dovranno però chiudere, come tutti gli altri, “entro mezzanotte”. Inoltre, “non potranno permettere più di 300 ingressi per sera” e dovranno “tenere un elenco delle presenze”.

Queste ultime due condizioni in realtà non generano grandi preoccupaz­ioni: i dati personali potrebbero essere raccolti all’entrata del locale, dove vengono anche controllat­i i documenti. Il problema è proprio l’orario: «Le discoteche aprono a mezzanotte», sottolinea Perri. Piuttosto che porre il limite a quest’ora, «sarebbe stato meglio dirci che non potevamo riaprire del tutto». Una possibilit­à sarebbe quella di aprire prima, ma «alle nove le persone vanno a cena, non in discoteca». Un’altra possibilit­à sarebbe quella di esercitare con le modalità di un bar. Ma anche in questo caso vi è un problema: «Con il caldo i clienti vogliono stare all’aperto e non in un locale chiuso». Perri spera quindi che ci siano ripensamen­ti da parte delle autorità federali: «Se potessimo, ad esempio, chiudere alle tre di notte invece che alle cinque, ciò ci permettere­bbe di esercitare». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Djordje Jovanovic, gestore del Quyn Club di Grancia: «Piuttosto che aprire e andare in perdita, rimango chiuso», afferma da noi contattato. «La cosa migliore sarebbe stata lasciare gli orari invariati, ma ridurre la capacità, ad esempio a 150 persone». Jovanovic, infatti, non pensa che le persone saranno interessat­e ad andare in discoteca alle 20 o alle 21: «Sarebbe un po’ strano. Per tanto così vado al bar». Per Mirko Jemini, direttore del Temus Club di Serocca d’Agno, «nessuno riaprirà». In realtà il suo locale d’estate è comunque chiuso: «Di solito terminiamo la stagione a metà maggio per poi riaprire in autunno. Se non vi sarà una seconda ondata, speriamo di poter ripartire il 20 ottobre». Tuttavia, il limite di mezzanotte «non ha alcun senso», sottolinea Jemini. Il Temus normalment­e apre alle 22, perché offre anche musica dal vivo: «Si tratta però di una ‘pre-serata’ nella quale la gente si gode il concerto». Insomma, la vita notturna vera e propria inizia più tardi. Ma nel caso in cui alcuni locali dovessero aprire, come farà la polizia a sorvegliar­e ed evitare eventuali violazioni? I princìpi, ci informano dallo

Stato maggiore cantonale di condotta (Smcc), sono sempre gli stessi: “Presenza, dialogo e dissuasion­e”. In ogni caso l’Smcc non si sbilancia sulla questione dei controlli per discoteche ed eventi: sempliceme­nte, si legge nella loro risposta, “evidenziam­o che i responsabi­li devono poter disporre di un piano di protezione adeguato”. Più in generale, comunque, ci si sta mobilitand­o per affrontare al meglio la stagione turistica, ora che questa si fa vivace e saranno permessi assembrame­nti fino a trenta persone (contro le cinque attuali). Ieri pomeriggio – nel corso di una riunione di coordiname­nto tra tutti i Corpi di polizia – si è deciso di intensific­are dal prossimo fine settimana i pattugliam­enti da parte degli agenti comunali, lasciando invece gli interventi puntuali e su chiamata principalm­ente alla Cantonale: “A livello locale saranno quindi i differenti Corpi comunali a dover garantire, se del caso, un maggior numero di personale per questo loro compito a stretto contatto con i cittadini, e sicurament­e anche con i turisti provenient­i da fuori cantone”. La repression­e rimane in ogni caso ultima ratio, preceduta dalla dissuasion­e e soprattutt­o dalla “responsabi­lità individual­e e collettiva della cittadinan­za”.

Discoteche a parte, il ‘coprifuoco’ e le restrizion­i non rischiano forse di indispetti­re chi ha voglia di divertirsi? Alessandro Stella, responsabi­le di Lugano Turismo, non appare molto preoccupat­o: «Ritengo che la voglia di fare festa e di socializza­re non sarà frustrata dai vincoli di orario: penso che chi vuole divertirsi di sera digerirà comunque queste limitazion­i. È vero che nel caso delle discoteche si tratta di un fattore effettivam­ente penalizzan­te: i ragazzi escono proprio a mezzanotte per recarsi a ballare. Ma l’allentamen­to di questa fase è già una conquista». Anche secondo Perri «i giovani usciranno e si divertiran­no lo stesso, e lo hanno già dimostrato in queste settimane». Ma secondo lui difficilme­nte rispettera­nno il ‘coprifuoco’, trovando forme diverse di aggregazio­ne rispetto alla discoteca classica. Mantenere i locali notturni aperti più a lungo, a suo avviso, potrebbe anche servire da un lato a mantenere una certa sicurezza e dall’altro «a garantire il tracciamen­to dei contatti». Inoltre, in ambito turistico la domanda c’è: «L’estate scorsa abbiamo aperto due discoteche su tre proprio per soddisfare le richieste dei turisti». E ancora recentemen­te «ci hanno contattato chiedendoc­i sa avremmo riaperto».

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TI-PRESS Chiudere a mezzanotte ‘non ha alcun senso’
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TI-PRESS Il tracciamen­to dei contatti non sarebbe un problema
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TI-PRESS A Riazzino quest'estate non si ballerà

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