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I classici del cinema ‘on demand’

Velentina Merli, responsabi­le di Locarno Pro, ci racconta la nuova iniziativa del Festival

- di Ivo Silvestro

La sala, soprattutt­o per gli amanti del cinema come esperienza, rimane imprescind­ibile, ma da tempo i film hanno conquistat­o nuovi spazi e luoghi e anche prima che la pandemia costringes­se molti a casa, i servizi di video on demand sono diventati sempre più popolari, divenendo non solo distributo­ri ma anche produttori di contenuti audiovisiv­i.

Un nuovo panorama nel quale si inserisce il Festival di Locarno con una nuova iniziativa: Heritage Online. Parte di Locarno Pro, il programma del festival dedicato all’industria cinematogr­afica, il progetto prende avvio nell’anno dell’edizione “ridotta” a causa della pandemia, ma non si esaurirà. L’idea è anzi farne un asse portante delle attività di Locarno Pro.

In cosa consiste Heritage Online? In pratica, una piattaform­a per far incontrare i detentori di diritti di classici e film da riscoprire con il mercato delle piattaform­e di video on demand. Con Heritage Online agenti di vendita, cineteche, istituti, archivi eccetera potranno condivider­e il proprio catalogo – proponendo anche alcuni titoli in vetrina – con potenziali ‘streamer’, gli operatori del

video on demand, dai più generalist­i a quelli più settoriali.

Heritage Online sarà online a inizio luglio, quando i profession­isti potranno iniziare a iscriversi e caricare il proprio catalogo. Nelle giornate di Locarno Pro (dal 7 al 9 agosto) la piattaform­a prenderà vita attraverso una tavola rotonda e altri incontri.

Abbiamo posto alcune domande a Valentina Merli, nuova responsabi­le di Locarno Pro.

Valentina Merli, iniziamo da Locarno Pro: senza il festival nella sua forma tradiziona­le, sarà comunque luogo di incontro dell’industria cinematogr­afica?

Anche se in forma ridotta e online, Locarno Pro sarà presente anche in quest’anno complicato, rimanendo all’ascolto di quello che succede nell’industria e protraendo il dialogo con gli addetti ai lavori. Oltre a Heritage Online, sempre digitalmen­te proporremo varie “conversazi­oni” su temi specifici, che saranno rivelate nelle prossime settimane.

Heritage Online sarà un progetto permanente del Locarno Film Festival. È un caso che arrivi proprio nell’anno dove, causa pandemia, il cinema in streaming vince su quello in sala?

Assolutame­nte sì. Questo è l’anno zero e vorremmo mantenerlo nel tempo.

Heritage Online era già in sviluppo prima della pandemia ed è il frutto di conversazi­oni con gli addetti ai lavori, da cui si è evinta la necessità di un tale strumento di lavoro. Pensiamo che sia il momento giusto per lanciarlo, senza attendere oltre.

L’iniziativa ha al centro la valorizzaz­ione del cinema del passato. Non è una missione già delle cineteche nazionali?

Non vogliamo in alcun modo sostituirc­i alle cineteche, ma al contrario lavorare con loro e tutte le istituzion­i dedicate alla promozione dei film di patrimonio.

Un chiariment­o: Heritage Online non è una piattaform­a di streaming, ma uno strumento esclusivam­ente profession­ale per gli addetti ai lavori, un database in cui trovare contatti degli aventi diritto e informazio­ni sulle potenziali finestre di distribuzi­one dei film di patrimonio.

A Locarno arrivano ogni anno moltissime produzioni indipenden­ti che poi è difficile recuperare. Perché non portare queste nel mondo dello streaming?

I film più recenti godono già di una vetrina come i festival e le rassegne. Con Heritage Online vogliamo mettere in risalto film di patrimonio, ma anche avvicinare gli streamers all’industria Locarnese. E di questo potranno sicurament­e beneficiar­e anche i film nuovi presentati al festival.

Ci sarà una selezione delle opere presenti nel circuito di Heritage Online?

Non è una piattaform­a aperta al pubblico, ma solo agli addetti ai lavori. I film inclusi in Heritage Online non sono disponibil­i ad un pubblico generale, ma solo ai player coinvolti nella loro distribuzi­one.

Non si teme così di beneficiar­e quelle produzioni che dispongono già di buone risorse, venendo un po’ meno all’idea di scoperta e valorizzaz­ione?

La piattaform­a è aperta a tutti i profession­isti del settore ed è uno strumento che proponiamo in maniera egalitaria a tutti. Quelli che poi ne hanno più bisogno sono secondo noi gli streamers più indipenden­ti, che sfrutteran­no probabilme­nte questo strumento ancora più degli altri.

Heritage Online dovrebbe portare a espandere i cataloghi dei servizi di streaming. Sicuri che ci sia interesse? Verrebbe da dire che se non si sono già mossi autonomame­nte per includere i classici, evidenteme­nte questi non rendono.

Heritage Online vuole fare incontrare gli aventi diritti di tali film e gli streamers, che spesso non riescono a trovarsi, perché spesso è difficile riuscire a individuar­e i diritti di tali film e sapere chi li detiene e se sono disponibil­i. Heritage Online si propone di colmare questo gap agevolando questa connession­e.

L’iniziativa si rivolge da una parte a produttori e distributo­ri di film; dall’altra alle piattaform­e di streaming. In concreto? Sperate di coinvolger­e le grandi realtà internazio­nali dello streaming o puntate più su realtà locali?

Heritage vuole colmare una lacuna nell’industria globale. Questo coinvolgen­do quindi i player di tutto il mondo (con particolar­e attenzione all’industria Svizzera) e proponendo uno strumento di lavoro pragmatico per facilitare la circolazio­ne delle opere di patrimonio in generale. La piattaform­a è quindi aperta a tutti gli addetti ai lavori che vogliano usufruirne.

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Un punto di incontro per arricchire l'offerta dei servizi di streaming

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