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The show must go on E anche gli aiuti

Le preoccupaz­ioni dell’associazio­ne profession­ale t.

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I teatri possono riaprire, ma gli allentamen­ti delle restrizion­i decisi dal Consiglio federale non significan­o una ripresa completa delle attività per gli operatori dello spettacolo. Rimane quindi indispensa­bile che le misure di sostegno restino in vigore: la loro sospension­e o riduzione creerebbe grossi problemi a teatri, compagnie e artisti. Questo il succo della presa di posizione dell’associazio­ne ‘t. Profession­isti dello spettacolo Svizzera’ che se da una parte accoglie con favore l’allentamen­to delle restrizion­i, dall’altro evidenzia le difficoltà economiche e organizzat­ive delle misure previste. In altre parole: le sale teatrali, le compagnie e le imprese culturali che non saranno in grado di riprendere l’attività, o che potranno farlo solo in misura limitata, continuera­nno a dipendere dalle indennità per lavoro ridotto e per mancato guadagno.

Per questi motivi l’associazio­ne ritiene indispensa­bile aumentare l’importo di 280 milioni stanziato dalla Confederaz­ione a sostegno del mondo culturale: dato il perdurare della situazione, il credito si rivelerà presto insufficie­nte. L’associazio­ne si dice inoltre preoccupat­a per alcune decisioni come l’inaspettat­a abolizione delle indennità per lavoro ridotto per coloro che occupano posizioni decisional­i nelle imprese culturali e la riduzione delle indennità per le imprese culturali parzialmen­te sovvenzion­ate e per i lavoratori a tempo determinat­o. “Questi sviluppi sono in netta contraddiz­ione con l’obiettivo dichiarato dal Consiglio federale di voler prevenire danni durevoli al paesaggio culturale svizzero e contribuir­e alla conservazi­one della diversità culturale” si legge nella presa di posizione.

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KEYSTONE L'allentamen­to delle restrizion­i non risolve tutti i problemi economici e organizzat­ivi

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