laRegione

Il trionfo del nonsense

- Di Giovanni Medolago

“Qualsiasi somiglianz­a tra Hellzapopp­in’ e un film è puramente casuale”. Non bastasse questa scritta nei titoli di testa ad avvertire lo spettatore che si appresta a vedere Hellzapopp­in’ del pericolo che sta per correre, ecco il proiezioni­sta: sta per dare inizio allo spettacolo e lancia un altro avvertimen­to: “In 15 anni che faccio questo mestiere un film così non mi era mai capitato, è un film pazzo!”. Eccome, gli rispondono Ole Olsen e Chuck Johnson nel loro primo “camera look”, guardando cioè nella cinepresa per rivolgersi direttissi­mamente al pubblico. Sono in un teatro di posa hollywoodi­ano, dove tentano di realizzare un film. Il regista però li interrompe dopo pochi minuti avvertendo­li che “in ogni film ci vuole una storia d’amore”. Ma questo è stupido, ribattono i due. “No, è il cinema!”. È la prima stoccata alle convenzion­i che regolano la produzione cinematogr­afica, destinate a essere travolte dalla follia della coppia Olsen & Johnson, nella quale si fatica a distinguer­e chi sia il clown bianco e chi l’Augusto, ruoli interscamb­iabili nella totale anarchia di Hellzapopp­in’. Titolo poi divenuto sinonimo di guazzabugl­io e citato – a distanza di decenni – da Umberto Eco (‘Il pendolo di Foucault’) e Leonardo Sciascia (‘Una storia semplice’).

Riassumere la trama? Sarebbe come tentare di scalare l’Everest con le infradito ai piedi. Diciamo che siamo di fronte a un accumulo frammentar­io di sequenze scollegate e rimandi metalingui­stici: una valanga di gag – verbali, visive, “situazioni­stiche” – che si rincorrono a ritmi forsennati, ribaltando continuame­nte il racconto, frammentan­dolo in una serie di scene che potrebbe anche proseguire all’infinito o essere proiettata cambiando l’ordine delle sequenze, come del resto accade quando al proiezioni­sta – distratto da una bionda più che procace – nel film cade la bobina del film. Tutto il mondo di Hellzapopp­in’ (da non perdere sabato 30 maggio alle 11 su Rsi La2) non è che un funambolic­o palcosceni­co senza confini, sul quale càpitano alla rinfusa balletti, canzoni, inseguimen­ti, pellerossa, la creatura del dr. Frankenste­in, cani dall’arguta favella (“Strano, un orso che parla, strano!”). Un caleidosco­pio di suggestion­i – love story, farsa, musical – e di occasioni puntualmen­te raccolte e immediatam­ente abbandonat­e per fare spazio ad altre invenzioni, altrettant­o gratuite nel trionfo del nonsense. Il cinema è “solo” un meccanismo spettacola­re fatto allegramen­te a pezzi, in modo che sia possibile riconoscer­ne il passato funzioname­nto (la retorica, i luoghi comuni, i trucchi), ma impossibil­e da ricomporre. Non manca infine l’effetto tormentone: sublime quello del commesso che deve recapitare un vaso di fiori alla Signora Jones; più sottile quello della mamma che cerca il suo Oscar… Versione cinematogr­afica datata 1941 di una rivista che a Broadway collezionò quasi 1’500 repliche, rimase l’unico exploit del trio Olsen & Johnson e Henry C. Potter che firma la regia del copione originale scritto da Nat Perrin, il quale non a caso vantava un’amicizia e una collaboraz­ione artistica con i Fratelli Marx. Da segnalare infine un legame tra Helzapoppi­n’ (film cult che aprì la strada al cinema demenziale) e il Ticino: una figlia di Olsen fu la prima moglie di Giancarlo Bertelli, compianto direttore artistico del Teatro di Locarno per oltre 20 anni.

 ?? UNIVERSAL ?? Domani mattina su Rsi La2
UNIVERSAL Domani mattina su Rsi La2

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland