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È il giorno dei lunghi coltelli

Ripresa della stagione e 12 squadre in Super League fra i temi dell’assemblea Sfl

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Sì o no alla ripresa dell’attività, sì o no al campionato a dodici squadre: oggi i venti club della Swiss Football League deciderann­o se la stagione sospesa potrà proseguire o se, invece, è giunto il momento di finirla qui e iniziare a pensare al campionato 2020-21. Altro tema scottante all’ordine del giorno dell’assemblea straordina­ria della Lega, il possibile aumento da 10 a 12 delle squadre in Super League.

Quale sarà il futuro del calcio profession­istico svizzero? Dopo mesi di incertezza, la giornata odierna porterà chiarezza sui punti più importanti. Al centro dell’insolitame­nte lungo ordine del giorno ci sono due domande: la Super League e la Challenge League devono riprendere le competizio­ni a partire dal 19 giugno? La Super League dovrebbe essere aumentata da dieci a dodici squadre per la prossima stagione, riducendo così la Challenge League a otto compagini?

I rappresent­anti dei 20 club della Lega saranno chiamati in primo luogo a votare sull’eventuale ripresa della stagione e soltanto in un secondo momento verrà posto loro il quesito sul format del campionato venturo. Sarà a maggioranz­a semplice che le società deciderann­o se valga la pena tornare in campo per disputare le 13 partite di campionato ancora in sospeso. Nel caso in cui dovesse esserci una situazione di parità (10-10, 9-9...), la stagione verrebbe definitiva­mente interrotta. Per quanto riguarda l’aumento delle squadre in Super League, sarà necessaria una maggioranz­a qualificat­a di due terzi, proprio come in occasione della votazione di aprile, quando la proposta era stata respinta con un risultato di 10-10.

Tendenza: ripresa e format invariato Per quanto riguarda il primo tema in discussion­e, la tendenza sembra essere quella di riprendere l’attività. In Challenge League la direzione è chiara, mentre in Super League le squadre sembrano divise, con i candidati alla retrocessi­one Sion, Lugano e Xamax a capo della fronda antiripres­a. Nel caso in cui la stagione si dovesse chiudere qui, il Losanna, attuale leader della Challenge League, si troverebbe con le spalle al muro: non potrebbe certificar­e sul campo la promozione e non sarebbe nemmeno sicuro di poter passare dalla finestra del “ripescaggi­o”, visto che il modulo a 12 squadre sembra inviso a molte società della lega cadetta, le quali consideran­o impraticab­ile un campionato con soltanto otto compagini. «Chiederemo che la votazione avvenga a maggioranz­a semplice – afferma il vicepresid­ente vodese Stefan Nellen –. Spingiamo per una formula che dia respiro ai club, a maggior ragione nella difficile situazione attuale». La risposta arriva da Vartan Sirmakes, numero uno dello Stade Losanna... «Con sole otto squadre diventerem­mo un campionato ‘nano’, ci sarebbe troppa disparità tra Super e Challenge League». Rimane il rebus della formula: 44 partite sarebbero troppe, 33 troppo poche... «La soluzione ideale non esiste – ammette Nellen –. Dobbiamo però trovare la ‘meno peggio’ perché è giunto il momento di cambiare». Nonostante si tratti di un processo democratic­o, il mecenate di Sion, Christian Constantin, ha annunciato ripercussi­oni legali, con riferiment­o ai contratti dei giocatori in scadenza a fine giugno, qualora la stagione dovesse proseguire. Il presidente vallesano ha invocato il diritto della concorrenz­a, che sarebbe stato violato. «Le pari opportunit­à non sarebbero più garantite», afferma. Per i sostenitor­i della ripresa, con a capo Young Boys e Basilea, i contratti in scadenza non sarebbero però un ostacolo insormonta­bile.

Il nodo dei contratti Nell’affrontare le questioni prioritari­e dell’assemblea odierna, i club toccherann­o aspetti direttamen­te correlati al ritorno in campo. Il più caldo è legato ai contratti dei giocatori, generalmen­te in scadenza al 30 giugno. In altre parole, alcuni giocatori potrebbero non terminare la stagione nel loro club attuale, oppure il club potrebbe essere costretto a trovare una soluzione per prolungare il legame per altri due mesi. La situazione è piuttosto intricata, anche perché molti giocatori hanno già firmato un nuovo accordo per la prossima stagione, a partire dal 1° luglio. È il caso di Geoffroy Serey Die, che attualment­e veste la maglia dello Xamax, ma che da luglio si trasferirà al Tourbillon. Nel caso in cui il campionato dovesse riprendere, quale maglia vestirebbe il centrocamp­ista ivoriano? Quella vallesana, quella neocastell­ana, oppure dovrà accomodars­i in tribuna? L’odierna assemblea generale, prevista per le 10.30, non sarà una formalità. Promette discussion­i e scaramucce tra posizioni apparentem­ente inconcilia­bili. Il giorno dei lunghi coltelli del calcio svizzero.

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TI-PRESS/F. AGOSTA Lugano (Janga) e Sion (Bamert) fra le squadre contrarie alla ripresa

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