Tagli generalizzati? No dei giocatori
Chiesa: ‘Quella comune non è la via giusta’. Bianchi: ‘Prematuro per le soluzioni definitive’.
Sì a un abbassamento degli stipendi, no a una soluzione generalizzata dei tagli. Lo ha detto l’Associazione dei giocatori di hockey (Sihpu), a cui la Lega aveva chiesto di allestire un dossier che chiarisse in che misura i giocatori sono pronti a sopportare le conseguenze economiche della pandemia.
Le esigenze dei singoli club, ricorda l’associazione nel suo comunicato, sono semplicemente troppo diverse e diversa è la loro gestione interna delle crisi.
«Si tratta di una questione troppo complessa per pensare a una soluzione comune per tutti», racconta il capitano del Lugano Alessandro Chiesa, che ha preso parte alle riunioni dell’associazione. «La nostra è una realtà troppo differente tra una società e l’altra, e, non da ultimo, tra un giocatore e l’altro: sarebbe impensabile trovare una soluzione comune capace di rispondere alle esigenze di tutti rispettando la massima correttezza di tutte le parti in causa. L’idea che ognuno faccia la sua parte per mitigare le gravi ripercussioni finanziarie che la pandemia di coronavirus sta avendo sulle casse dei club è comunque condivisibile e, appunto, condivisa anche da tutti noi giocatori, e questo mi preme sottolinearlo. Ma, come detto, le soluzioni vanno discusse caso per caso, senza fare di ogni erba un fascio. Ecco perché alla fine delle discussioni ci è sembrato più saggio andare in questa direzione».
«Ora come ora la situazione è ancora troppo incerta: in uno scenario così sarebbe prematuro pensare di arrivare a una soluzione definitiva tipo una riduzione generalizzata degli stipendi, anche perché allo stato attuale non sussistono nemmeno le garanzie che questa sia la ricetta ideale per ogni società – gli fa eco il capitano dell’Ambrì Piotta Elias Bianchi –. Fatte queste considerazioni, la cosa più logica da fare è stata quella di rimettere il mandato alla Lega propendendo appunto per soluzioni individuali anziché generalizzate».
‘Salary cap’, se ne riparlerà
La stretta attualità ha fatto sì che venissero accantonati, almeno temporaneamente, altri temi che stanno facendo parecchio parlare in questi giorni. Come quello dell’eventuale introduzione (comunque non realizzabile a corto-medio termine) di un tetto salariale (il cosiddetto ‘Salary cap’). «Ne abbiamo parlato solo a grandi linee, senza comunque entrare nel dettaglio, e in particolare senza discutere come eventualmente si potrebbe realizzare dal profilo strutturale – spiega Elias Bianchi –. È comunque probabile che ne torneremo a parlare in modo più approfondito nel corso dei prossimi incontri: il nostro obiettivo a medio termine è quello di farci trovare pronti con le nostre considerazioni quando tutte le parti in causa discuteranno concretamente la fattibilità del ‘Salary cap’, in modo che anche la nostra voce possa essere ascoltata».
Al proposito, il capitano biancoblù pensa che «se partiamo dal presupposto prettamente economico, l’introduzione di un tetto salariale sarebbe un vantaggio per tutti, tranne che per i giocatori, ovviamente. Oltre a fornire chiare linee direttive per i budget societari, il Salary cap potrebbe equilibrare il livello tra una squadra e l’altra. Resta però da vedere se tutte le squadre, specie quelle abituate a occupare i vertici del nostro campionato, saranno disposte a perdere un po’ della loro competitività. Ma, cosa ancora più importante, si dovranno verificare e se del caso realizzare le premesse per poterlo introdurre». «Quella del tetto salariale è una delle strategie che la Lega sta studiando per contenere i costi – rileva a sua volta Alessandro Chiesa –. Sul principio di limitare il monte salari si può anche discutere. Altrove, come nella Nhl, il tetto salariale è stato introdotto con successo, è vero, ma quella è tutta un’altra realtà: se vogliamo andare in questa direzione pure in Svizzera è necessario verificare che ci siano tutte le premesse, anche solo giuridiche, per poterlo fare».
Jonas Hiller presidente da inizio maggio Il portiere fresco di ritiro, Jonas Hiller, da inizio maggio ha assunto la carica di presidente della Swiss Ice Hockey Players Union. Il trentottenne ha sostituito un altro ex giocatore del Bienne, Gianni Ehrensperger, che all’inizio dell’anno si era dimesso da presidente per concentrarsi sul suo nuovo ruolo di allenatore degli juniores del Kloten. L’associazione dei giocatori è stata fondata nel 2016 da Mathias Seger, Paolo Duca e Victor Stancescu. L’associazione rappresenta e difende gli interessi dei giocatori nei confronti della Federazione svizzera di hockey, dei club e di altre istituzioni del panorama sportivo e della politica.